La stanza dei tre cadaveri -Matteo Di Giulio



Matteo Di Giulio
La stanza dei tre cadaveri -Matteo Di Giulio
NewtonCompton
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Nella Milano degli anni Sessanta un giovane geometra napoletano trova lavoro come capocantiere in una grossa ditta di costruzioni. La città brulica di cantieri, la guerra è finita da poco meno di vent’anni e ancora c’è molto da ricostruire; nuovi quartieri da inventare e vite da ricominciare da capo, cercando di dimenticare il passato tragico che ha travolto chi la guerra l’ha vissuta sulla propria pelle.
Mario ha voglia di inventarsi un futuro, costretto a emigrare nella città meneghina dalle ristrettezze economiche della sua Napoli, che tanto ama ma che poco gli può offrire. 
In quest’atmosfera agée e a tratti malinconica, ci avventuriamo con lui nella città più laboriosa d’Italia, nel fermento di strade e quartieri che vanno inglobando campagne e cascine per costruire grattacieli e palazzine. Ed è proprio in una di queste, nell’operazione di abbattimento di una vecchia casa, che Mario e gli operai trovano qualcosa che mai si sarebbero aspettati: un vano segreto, che non appare nelle mappature, quasi un loculo, con i resti di tre persone, scheletri ormai quasi distrutti. Ma  chi erano queste persone? E come mai, all’occhio attento del geometra, che ha da poco operato il servizio di leva, sembra che siano stati colpiti da un colpo di proiettile alle tempie? Com’è naturale, il costruttore non vuole indagare, per non perdere giorni di lavoro e soldi. E la questura sembra non interessarsi molto alla cosa. 
Ma c’è qualcosa che non quadra, e quando Mario, testardo e affamato di giustizia, cerca di approfondire, tutte le porte si chiudono: nessuno sa, nessuno parla. Quei cadaveri sembrano non avere importanza.
Il romanzo incalza seguendo le indagini di questo improvvisato detective, risoluto e a tratti incosciente, che cerca di scoprire ciò che successe anni prima, proprio durante la guerra, proprio in quell’appartamento. Lo aiuterà Grazia, una giovane segretaria di cui, sa va sans dire, si innamorerà. 
La trama scorre fluida, lo stile è attento alle descrizioni di un’epoca lontana ma che ancora complisce nell’immaginario collettivo. Il finale, forse prevedibile ma senz’altro affascinante, lascerà l’amaro in bocca.

Caterina Nicolis

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