La tana degli alberibelli



marino magliani
La tana degli alberibelli
longanesi
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E’ una Liguria turistica in preda alla smania del cemento e in mano a maneggioni di ogni sorta quella oggetto delle inchieste di Jan Martin. Investigatore di una non meglio definita agenzia investigativa comunitaria, inviato in riviera per indagare sulla morte del suo contatto Pangloss, ucciso mentre cercava di scoprire che fine facessero i fondi stanziati dalla Comunitŕ Europea.
La copertura di Jan Martin č quella di essere un archeologo speleologo, inviato dalla televisione olandese, in cerca di un antico manufatto utilizzato per l’assunzione di droghe, posseduto da alcuni soldati Napoleonici, disertori della battaglia di Marengo, per un documentario sulle sostanze stupefacenti.
Ricerca che porterŕ Jan Martin a “ficcare il naso” in un’antica grotta “la tana degli Alberibelli” teatro in passato, di tragici eventi. Dal suicidio di quattro partigiani, sacrificatisi per evitare la cattura, alla misteriosa morte di un giovane capo partigiano, Iliev; braccato e poi ucciso dai Saloini, non prima perň di essere riuscito a lasciare un messaggio inciso all’interno della grotta.
E’ proprio dalle vicende che circondano la morte di Iliev, che Jan Martin rimane affascinato e decide di portare avanti una ricerca parallela a quella del reperto napoleonico e a quella sulla morte di Pangloss, che sembra essersi perň arenata.
Quando sul giornale appare la notizia della morte di un giornalista d’inchiesta, abitante di un piccolo paesino montano che sarŕ oggetto imminente di imponenti lavori di riqualificazione, le indagini di Jan Martin su Pangloss ricevono nuova linfa e prendono una direzione inaspettata. L’arrivo in un piccolo paesino di montagna di Jan Martin non passa certo inosservato, soprattutto a chi ha qualcosa da nascondere. Di certo non passa inosservato alla bella barista che di lui s’innamora. O a Pietro il cacciatore che si trova costretto suo malgrado a spiarlo nelle lunghe serate autunnali passate all’osteria vicino alla stufa a bere vino e a chiacchierare. Non passa inosservato neanche agli occupanti della Volvo bianca, che Jan Martin vede sempre dappertutto; non passa inosservato nemmeno ai Carabinieri, che lo controllano da distanza, ma non lo mollano mai. Cosě come non passa inosservato neanche agli ex-partigani, compagni di Iliev, che incominciano a insospettirsi del suo interessarsi alla Tana degli Alberibelli, ma soprattutto delle storie di partigiani e di Iliev, soprattutto.
Insomma il nostro Jan Martin si troverŕ circondato da molte persone, che si interessano a lui e al suo lavoro; che rimane principalmente quello di indagare sulle compagnie che stanno cementando la riviera e l’entroterra ligure. Un romanzo interessante, abbastanza avvincente da voler saperne di piů pagina dopo pagina e incuriositi si arriva rapidamente alla fine, per scoprire come siamo tuttora “figli” di una guerra civile, che nonostante tutto ci ha segnati e non soltanto da un punto di vista politico.
Credo di capire perché Marino Magliani abbia deciso di far indagare un olandese, invece di un italiano. Perché per quanto ci piaccia pensarci distaccati, in realtŕ siamo ancora fortemente “emotivi” verso quegli avvenimenti e non siamo perciň in grado di valutarli con occhio oggettivo, cosa che invece riesce naturale all’olandese Jan Martin.

Andrea Zannini

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