Tutto quello che pensiamo quando parliamo d’amore



Christopher Castellani
Tutto quello che pensiamo quando parliamo d’amore
Newton Compton
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Frankie Grasso, è immerso in un lavoro post-laurea, alla ricerca della perfezione, di un master in una buona università di Boston (non il mitico MIT), insicuro su cosa veramente vorrà poi fare della sua vita, coinvolto in un’assurda relazione con una cerebrale, stronza. ma affamata di sesso, professoressa dei suoi corsi. E Frankie Grasso, ogni giorno che Dio mette in terra, alle undici di sera, parla al telefono con sua madre, Maddalena Grasso, un’immigrata italiana che ama ballare. Parlano della loro giornata, di ciò che hanno fatto ma l’argomento clou della conversazione sono gli episodi della loro soap opera preferita, nella quale ognuno di loro parteggia per un diverso personaggio. Poi, alla fine della telefonata, lei comincia a salutare, dicendo: «Ti voglio bene,» e poi ancora e ancora «fino a quando non è sicura che suo figlio abbia riagganciato». “«Quanto può essere facile la vita, pensa Frankie, quando tua madre sa così poco del mondo, e tu non sei il suo figlio prediletto.
Questo stravagante rituale con il quale Christopher Castellani apre il suo “Tutto questo parlare di amore” rispecchia l’essenza di questo suo nuovo romanzo: intrigante, intessuto di quotidianità ma anche di colpi di scena, di coincidenze, incomprensioni, riunioni e separazioni che spesso sono roba da soap opera. Ma, a differenza di una soap opera, l’amore nella vita reale – come quella tra Maddalena e Frankie – è intenso e complicato.
Tutto questo parlare di amore” è il terzo romanzo di Castellani sulla famiglia Grasso. Il primo, “Un bacio da Maddalena” (vincitore del 2004 del Massachusetts Book Award), raccontava la sfortunata storia d’amore tra Maddalena Piccinelli e Vito Leone in Italia in tempo di guerra. Il secondo, “The Saint of Lost Things” seguiva Maddalena e Antonio, suo marito, dal giorno del loro arrivo in America nel 1950. La nascita dei figli, Prima e Tony, il gran successo del famoso ristorante di famiglia: Al Di Là, la disgrazia di Tony, la consolazione della nascita di un altro figlio, Frankie.
In “Tutto questo parlare di amore” Castellani ci fa ritrovare nel 1999, in forma nonostante l’età, Maddalena e Antonio, con i figli Prima e Frankie, i quattro nipoti, figli di Prima – già grandi, anche il più piccolo è alle soglie del college – e con sempre latenti gli angosciosi ricordi legati a Tony, il primogenito che si è ucciso a 14 anni.
Si festeggia la cresima di Patrick, figlio minore di Prima, nella sala da ballo del locale club di golf.
Sono passati quasi cinquant’anni da quando Antonio Grasso ha chiesto la mano di Maddalena, l’ha sposata e l’ha portata da Santa Cecilia, il suo paese, in America, nel Delaware. Maddalena ha detto addio per sempre ai genitori, alle sorelle, ai fratelli e a tutto ciò che conosceva e amava.
Sua figlia Prima, ha un grande progetto, che, ne è sicura, piacerà a tutti e, soprattutto, a sua madre. I Grasso & C. e cioè Prima, il marito Tom, i loro quattro figli, i genitori Antonio e Maddalena e Frankie suo fratello, andranno tutti insieme a Santa Cecilia.
In una soap opera, Maddalena, l’arzilla matriarca, dovrebbe battere le mani entusiasta, magari piangere di commozione ma invece lei non vuole partire. Perché ha chiuso a chiave il passato e, dopo aver conservato nei suoi ricordi i parenti e gli amici d’infanzia belli, giovani e pieni di vita come allora, non vuole rivederli vecchi e malati. E perciò, dopo una prima istintiva reazione di rigetto, ordina a Prima: «Chiama la compagnia aerea e di loro che sono morta.»
E poi l’idea di sua figlia, che la sconvolge, complica il dosato equilibrio dei Grasso.
Suo marito Antonio considera il pensionamento, vorrebbe garantire il futuro del Al Di Là, il suo ristorante, e purtroppo il destino, che è sempre in agguato in mille modi, li aggredisce anche con un’amara sorpresa: un giorno Maddalena guarda suo marito e gli chiede: “Chi sei?”.
Con tutta la famiglia Grasso costretta ad affrontare la lenta discesa della madre nella malattia, nel nulla dell’Alzheimer, il loro viaggio di ritorno a Santa Cecilia diventerà l’improrogabile necessità di un viaggio della speranza. E talvolta saper recitare un sogno può diventare la fantasia di una realtà.

Patrizia Debicke

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