Il grande burattinaio
Ne Il grande burattinaio, Emiliano Grisostolo con stile a volte lucido, altre più contorto, mette in piedi una storia che guarda da vicino Arno, un bambino di soli tre anni, che vive nella campagna di un non ben precisato paese dell'Est: ma tanto ci basta, siamo ad est. Arno è agnello sacrificale, innocente completamente: troppo piccolo per comprendere anche solo d'esser un bambino, per sapere che l'innocenza è tutta nel suo cuore che del mondo non ha esperienza alcuna.
Un tir, nero e buio, e dentro stipati tanti bambini, tutti rapiti e tutti a soffrire la lontananza da casa, un fato crudele di cui non sanno alcunché, l'abbandono, la fame, e i segni nell'anima e nel corpo, quelli delle torture inflittegli. Perché tutto questo dolore? Già ne L'ultima notte, l'operaio-scrittore maniaghese s'interrogava sulla pena di morte, del significato estremo che assume la vita per chi già dead man walking: ne Il grande burattinaio, Grisostolo si spinge ancora più a fondo, scava dentro alle latebre umane, quelle più animali e ciniche che portano alcuni esseri senza scrupoli a dare il giro di vite a giovani innocenti esistenze. Un vero e proprio cadere dentro il mercimonio: di questo ci racconta l'autore nel suo ultimo libro, che dall'Est arriva a toccare la Milano più negra sotterranea e ferale.
Spiega Emiliano Grisostolo in un'intervista rilasciata a Il Gazzettino (7 giugno 2006): «Si tratta di una storia a noi non estranea, visto che anche nelle nostre zone sono stati arrestati alcuni passeurs l'anno scorso. E' accaduto proprio in provincia di Pordenone, solo un mese dopo che avevo terminato di scrivere 'Il grande burattinaio'. Forse una coincidenza, ma questi traffici esistono sia dal Sud America che dall'Est europeo, come anche in casa nostra [...] Innumerevoli sono i casi di bambini scomparsi un po' ovunque nel mondo, purtroppo nessuno li vede, nessuno ne parla mai abbastanza. Eppure in silenzio questi angioletti di pochi anni scompaiono, evaporano, perché un momento prima erano lì, un momento più tardi non ci sono più. Leggendo alcuni articoli su internet ho scoperto che già nel lontano '91 una campagna fortissima contro il contrabbando di esseri umani per l'espianto di organi era partita dal Sud America nei confronti di noi italiani, e di tutti quei paesi dell'Europa in cui personaggi potenti possono pagare per ricevere un rene, un cuore, senza spendere molto».
Siamo di fronte a un romanzo, a una storia: ma c'è anche un'accusa ben precisa, contro chi oggi e sono in tanti strappano i figli dalle famiglie per portarli chissà dove e per darli in pasto a pedofili, a laboratori per l'espianto di organi, a sette sataniche, a schiavisti, a papponi.
Il grande burattinaio, non solo fiction: un romanzo da leggere e da meditare, perché gli abusi sui minori non sono fantasia ma purtroppo una triste realtà da combattere, che si sta espandendo a macchia d'olio e di cui si parla sempre meno e quando sì per breve tempo, perché quasi tutti impegnati a dimenticare il dolore. Con questo romanzo, Emiliano Grisostolo ci invita a non dimenticare che ogni giorno tante giovani vite vengono strappate ai loro affetti per essere destinate al mercato del traffico di organi, alla morte, alla prostituzione, allo schiavismo. (giuseppe iannozzi)
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