La terapeuta – Helene Flood



Helene Flood
La terapeuta
Newton Compton
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La terapeuta è il primo romanzo di Helene Flood, psicologa di Oslo, i cui diritti sono stati venduti in molti paesi stranieri prima ancora che l’opera fosse pubblicata in Norvegia.
La protagonista è Sara, una giovane psicologa sposata a Sigurd, ambizioso architetto che condivide lo studio con due compagni di università. I due giovani sembrano felici, lei ha lasciato un impiego presso una clinica per giovani problematici per esercitare privatamente, lui ha uno studio nel centro di Oslo, hanno ereditato la casa del nonno di Sigurd in una zona residenziale della città con vista sul fiordo e la stanno ristrutturando.
Tuttavia un venerdì di marzo Sigurd esce di buon’ora per andare in montagna con due amici e non fa ritorno. Sara passa dalla noncuranza alla rabbia alla preoccupazione, denuncia la scomparsa e due giorni dopo il cadavere di Sigurd viene ritrovato in un luogo dove non dovrebbe essere, il capanno in montagna della sua famiglia.
Il giovane è stato assassinato con due colpi di pistola apparentemente in modo inspiegabile dal momento che non ha nemici e che nella sua vita non sembrano esserci zone d’ombra.
Il lettore viene guidato attraverso i meandri di questo enigma dal punto di vista di Sara, tutto ciò che viene riportato al lettore è mediato dal filtro della sua mente e spesso il lettore si chiede se la donna sia una narratrice affidabile oppure se stia nascondendo qualcosa. Questo far sorgere dubbi nella mente del lettore è il punto di forza del romanzo, chi legge si chiede se debba prestar fede alla protagonista, alla sua ricostruzione, al suo modo di vedere il lavoro della polizia, che sembra invero un po’ inetta e questo spinge il lettore a continuare la lettura di un giallo in cui l’azione è piuttosto scarsa.
Cose inspiegabili avvengono nella sua casa durante la notte, sparizioni e apparizioni di oggetti, intrusioni che appaiono dettate dai suoi nervi messi a dura prova piuttosto che dalla realtà., mentre Sara rilegge la sua vita cercando di trovare la chiave che la guiderà in questa situazione.
Questo giallo psicologico ricorda il romanzo di Daphne Du Maurier, La prima moglie, per l’atmosfera claustrofobica e nevrotica, ma come nel famoso romanzo portato sullo schermo da Hitchcock anche qui tutto troverà soluzione alla fine con alcune spiegazioni fin troppo didascaliche, ma che rispondono a tutti i dubbi e a tutti i misteri che hanno sconcertato il lettore.
In conclusione possiamo dire che si tratta di un buon romanzo diverso dai gialli scandinavi, nonostante l’autrice sia norvegese, pieni di azione e di colpi di scena, potremmo dire un ‘tranquillo’ giallo classico più vicino alla tradizione anglosassone che a quella nordica.

Rita Garzetti

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