La tormenta. Le indagini di Selma Falk
Selma Falk è un volto conosciuto in Norvegia, la sua attività di avvocato e investigatrice privata l’ha resa popolare. All’inizio del libro però non la vediamo in qualche talk show o reality ma sola, nuda e confusa per un colpo alla testa, in una casa sperduta e che sta per essere distrutta da un incendio. Con le poche forze rimaste Selma cercherà di salvarsi e di recuperare la memoria per capire chi e perché vuole sbarazzarsi di lei. Tryggve Mejer invece è il ministro della Giustizia norvegese e appartiene a un club segreto che gestisce nell’ombra la sicurezza dello Stato, o meglio quella che il gruppo ritiene essere la sicurezza. Tryggve prende molto seriamente il suo incarico e le sue decisioni provocheranno scompiglio in tutta la nazione. Mentre i ricordi affiorano lentamente nella memoria di Selma, veniamo a conoscenza di tutti gli antefatti e di cosa lega la morte del genero, dalle posizioni politiche estremiste, alla misteriosa associazione e alle indagini della acuta e scomoda investigatrice.
Il libro procede in parallelo lungo due tracce. Su un versante abbiamo la ricostruzione delle indagini di Selma, da cosa partono, come si sviluppano e come sfociano nel tragico epilogo che la vede rischiare la vita in una casa di montagna. Sull’altro seguiamo invece la vicenda di Mejer e della sua crisi tanto politica quanto familiare. Tutta la storia è poi immersa profondamente nell’attualità della Norvegia di oggi. Norvegia che in realtà potrebbe essere un qualsiasi paese occidentale dove i social la fanno da padroni. E la riflessione principale del romanzo verte proprio sull’influenza rivestita dai social nella politica contemporanea. Il club segreto a cui appartiene Tryggve sembra un residuo arcaico di vecchie paure da guerra fredda mai sopite. Tryggve vuole un grande centro moderato senza le frange estreme di sinistra e di destra che si alimentano con fake news e una continua macchina del fango caratterizzata da violenza verbale e non solo. L’interrogativo che si apre è però ancora più cruciale e riguarda la liceità delle misure per contrastare movimenti antidemocratici. Può un’associazione segreta decidere, a proprio insindacabile giudizio, chi ha diritto di espressione e in quali termini? Da un lato abbiamo una parte di opinione pubblica fragile e facilmente orientabile da abili manipolatori e dall’altro abbiamo gruppi che si arrogano il diritto di essere giudici supremi di cosa sia ammissibile e cosa no. E questo fa inevitabilmente sorgere una domanda sul significato della parola democrazia, in particolare nel mondo contemporaneo così complesso e interconnesso. I personaggi contrastati di Selma e Tryggve diventano così gli emblemi di una società in crisi morale e politica, una società in transizione verso una nuova civiltà non ancora delineata e che richiede di uscire da vecchi e superati schemi e cercare nuove e fresche capacità di soluzione.