Quando mi imbatto in un libro che tratta di bambini o ragazzi lo leggo con estrema attenzione, perché le dinamiche dell’adolescenza sono così particolari e delicate da meritare sempre di essere conosciute, da tutti i punti di vista.
Un ragazzino di undici anni, al termine di una giornata con gli amici, scompare mentre sta rientrando a casa; il suo cadavere viene ritrovato il giorno dopo disteso su un letto di fiori. Pochi giorni dopo vi è un ritrovamento analogo, vicino ad un lago.
Negli stessi giorni due ragazzini, a pesca, vedono affiorare dall’acqua il corpo di un neonato.
Le indagini vengono affidate alla detective Lottie Parker che indaga anche nella cerchia degli amici, di cui fa parte anche il figlio.
Ne “I bambini silenziosi”, nonostante l’inevitabile interesse rivolto alla trama, ho subito fatto i conti con alcuni aspetti che hanno reso difficile la lettura.
Ho trovato questo romanzo molto ingarbugliato; sono frequenti i cambi di punti di vista all’interno dello stesso capitolo e il continuo incrociarsi di personaggi anche improbabili, come la giovane puerpera che vaga scalza per i boschi in preda ad un’emorragia, fa spesso perdere il filo.
Non ho letto i romanzi precedenti della Gibney, ma mi riprometto di farlo per meglio conoscere anche il personaggio della detective Parker che, in questa trama, ho ritrovato poco gradevole nel rapporto coi colleghi e con la madre.
I bambini silenziosi – Patricia Gibney
Marinella Giuni
