Parigi, 1944. Genevieve Dumont, è una bellissima cantante francese, soprannominata Il Cigno Nero per il costume che indossa, un aderente body nero sorretto da un bustier senza spalline e tutto lavorato a paillettes con una gonna fatta di piume di struzzo tinte di nero e con in testa un copricapo formato da tre grandi piume nere sempre di struzzo …
Non ha ancora compiuto venticinque anni. Ma dal 1940, dopo essere rimasta intrappolata in Marocco a Casablanca per sfuggire all’invasione tedesca in Francia, è stata fortunosamente arruolata in una troupe di musicisti. Deve ritenersi fortunata perché da quel momento la sia vita è cambiata in meglio, anche se spesso si è sentita in dovere di fare i conti con la propria coscienza. Nella sua veste di star e osannata interprete di una serie di tournés internazionali, ha continuato a spostarsi per tutta l’Europa man mano che avanzava l’invasione nazista. E c’è un perché. Solo agli artisti infatti era concesso ,con l’avallo del brutale regime nazista, di viaggiare muniti di lasciapassare tra i paesi conquistati e frequentare anche gli ufficiali di livello superiore.
Geneviève bruna e con il volto illuminato da due straordinari occhi acquamarina è bellissima. In un drammatico periodo storico, caratterizzato per tutti dalla paura e dalla fame e da un numero di morti su scala globale mai visto prima, sa di sembrare un privilegiata. O peggio una collaborazionista. E cerca di dimenticare la persona che è stata e ciò che l’ha quasi distrutta. Quella di allora non era più la sua vita ma quella di qualcun altro. Si era fatta forza ed era riuscita quasi a farcela . Finora..
Lavora nella troupe artistica, diretta dal suo pianista e impresario, Max Bonet, un francese costretto a camminare appoggiato a un bastone dopo uno spaventoso incidente di moto che l’ ha reso invalido. Ma in realtà Max Bonet è il maggiore Max Ryan, SOE: un ex ufficiale della RAF, sopravvissuto all’abbattimento del suo aereo che ora, come agente britannico, dirige un’importante rete di spionaggio collegata alla resistenza. Il loro rapporto, a conti fatti, pur viziato da un’istintiva palpabile e reciproca attrazione, era basato su una specie di ricatto. Max in Marocco aveva coperto Geneviève per l’uccisione di Charles Lamartine, agente di mondo e noto fiancheggiatore dei nazisti che voleva violentarla e da quel momento l’aveva inserita come cantante in una serie di spettacoli che le aveva pianificato in fretta e furia in giro per tutta Europa. Ovviamente, aveva sfruttato questi spettacoli come occasioni utili a un agente britannico. A pensarci bene, l’aveva inserita nella sua rete di spionaggio sin dal primo momento e poi usata senza farsi scrupoli. E quando se ne era resa finalmente conto, ormai era così coinvolta nei suoi piani da non avere più via di fuga. Era diventata il volto pubblico di ogni sua operazione, il cavallo di Troia che gli inglesi potevano introdurre tra i nemici, il mezzo per passare preziose informazioni e altro, ma anche la copertura per salvare tanti di loro o come loro. Venerata dai nazisti, infatti, godeva di una posizione di privilegio che le permetteva di muoversi impunemente passando inosservata.
Da giorni Il Cigno Nero e la sua troupe sono diventati la principale attrazione parigina, ma la capitale francese ormai da quattro anni sotto il giogo germanico è sotto attacco. Nonostante che il coprifuoco, i continui bombardamenti e le tante voci che girano diano imminente un attacco degli alleati, lo spettacolo continua, la folla fa la fila ai botteghini e riempie il teatro. E una sera, dopo l’uscita da teatro alla fine dello serata, mentre Geneviève torna in albergo in macchina protetta dai salvacondotti ufficiali, riesce durante un rastrellamento avvenuto sotto i suoi occhi a salvare una bambina ebrea. Un incontrollabile impulso che però potrebbe tradirla…
Nella Francia occupata, infatti, con la temuta invasione alle porte, la Resistenza francese è sotto continuo attacco. Le sue cellule sono costituite da poche persone, massimo cinque o sei, che si conoscono appena tra loro e i segreti sono conosciuti solo dai pochissimi che devono coordinarsi con il comando degli alleati. Uno dei più efficaci leader della resistenza a nord, nei dintorni di Cherbourg, il barone Paul de Rocheford, è stato tradito, attaccato e ucciso durante una perlustrazione della zona destinata ad accogliere lo sbarco alleato. I membri della sua cellula, tra i quali sua moglie, la baronessa Lillian de Rocheford, sono stati tutti arrestati, e dopo un primo fatale interrogatorio sul posto, alcuni si sono suicidati bevendo varichina. Solo la baronessa è sopravvissuta ma con le mani fracassate dagli stivali del soldato tedesco che era riuscito a strapparle il flacone. Unica superstite è stata trasportata a Parigi per affrontare l’interrogatorio appena le sue condizioni lo rendano possibile e subito dopo l’esecuzione.
Quello che nessuno sa di Geneviève è che lei è la figlia minore di Lillian e Paul de Rocheford. Quando per caso sente Max parlare della morte del padre e della cattura della madre, benché da anni abbia drasticamente interrotto i rapporti con loro e con la sorella maggiore Emmy, sconvolta si rende conto di riuscire a far finta di niente. Deve sapere in qualche modo, e per farlo troverà il modo di stabilire un contatto con quelli della Resistenza. Con il loro aiuto riuscirà a parlare con sua sorella Emmy, e insieme, dimenticando i passati motivi di rancore, si accorderanno per tentare di salvare la madre. Epperò, visto che Genevieve ha taciuto con Max, l’inglese, il suo imprenditore nel timore di tradire la sorella, le sue azioni verranno interpretate male da altri membri della Resistenza, che la crederanno una doppiogiochista. Solo l’intervento di Max potrà coprirla.
Ma la situazione resta molto difficile perché Lillian sa, è al corrente dei piani segreti coordinati dal marito. Finora le sue condizioni fisiche, resa afona dalla bocca bruciata dall’acido, le hanno impedito di parlare e le sue povere mani martoriate di scrivere, ma dopo? Quando sarà guarita? La Gestapo potrebbe estorcerle informazioni chiave sull’imminente invasione alleata. Ci sarà un modo per liberarla e salvarla?
Romanzo molto coinvolgente, dal ritmo cinematografico fatto di passioni, intensa azione, continua suspense, e una continua serie di sorprese con i protagonisti che avanzano coraggiosamente in bilico sul filo del rasoio; consci di poter essere scoperti in qualsiasi momento. Il pericolo, o peggio la morte può celarsi dietro ogni angolo. Il minimo errore e per tutti loro sarà finita.
Trama intensa, ben strutturata, basata su reali fatti e documenti storici, nell’inferno degli ultimi duri e difficili mesi di occupazione nazista della Francia con ambientazioni e ricostruzioni molto strutturate e accurate . Molto intrigante, vivace e credibile il rapporto tra i personaggi, i dialoghi tra loro netti, estremamente realistici, riescono a infiammare l’atmosfera. Una storia avvincente e veloce con seducenti personaggi che sapranno intrigare e tenere prigionieri i lettori fino all’ultima pagina.
Il cigno nero di Parigi – Karen Robards
Patrizia Debicke