La variante di Lüneburg



Paolo Mauresing
La variante di Lüneburg
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Mi piace giocare a scacchi, anche se alla fin fine non sono un assiduo e tanto meno bravo giocatore. Per lo più il gioco mi affascina, perché racchiude una serie di regole complesse, ma facilmente memorizzabili, rappresenta una battaglia dove la strategia è sempre fondamentale per raggiungere la vittoria, dove un errore può costare la partita e un’intuizione può generare una trappola per l’avversario.
E il fascino degli scacchi mi ha portato a leggere questo libro, peraltro molto famoso.
Ammetto che la lettura è stata piacevole anche se particolare. Lo stile di Maurensig ricorda i classici di fine ottocento, quasi non sembra di leggere un libro di un autore contemporaneo. E di certo questa impostazione giova al romanzo, creando una sorta di “scenografia mentale” nel lettore, favorendo l’immedesimazione.
Si parte con la morte di un ricco e anziano signore e pian piano l’autore torna indietro nel raccontare dapprima l’incontro del defunto con colui che lo porterà alla morte e infine alla spiegazione del mistero.
A mio avviso l’inizio è abbastanza lento e certo non appassionante, ma la conclusione è degna dei migliori romanzi che hanno trattato la crudezza dell’eccidio dei campi di concentramento tedeschi.
E poi ci sono gli scacchi, l’ossessione dei protagonisti per questo gioco che porta a dimenticare qualsiasi aspetto ludico degli stessi, concentrandosi sulla sola sfida contro l’avversario e contro la vita.
Una buona lettura, anche se non sono molto convinto di alcune scelte tecniche dell’autore (prima fra tutte: come fa il narratore a narrare avvenimenti ai quali di certo non ha assistito?).

per gentile concessione di OperaNarrativa

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