Mi piace giocare a scacchi, anche se alla fin fine non sono un assiduo e tanto meno bravo giocatore. Per lo pi il gioco mi affascina, perch racchiude una serie di regole complesse, ma facilmente memorizzabili, rappresenta una battaglia dove la strategia sempre fondamentale per raggiungere la vittoria, dove un errore pu costare la partita e un’intuizione pu generare una trappola per l’avversario.
E il fascino degli scacchi mi ha portato a leggere questo libro, peraltro molto famoso.
Ammetto che la lettura stata piacevole anche se particolare. Lo stile di Maurensig ricorda i classici di fine ottocento, quasi non sembra di leggere un libro di un autore contemporaneo. E di certo questa impostazione giova al romanzo, creando una sorta di scenografia mentale nel lettore, favorendo l’immedesimazione.
Si parte con la morte di un ricco e anziano signore e pian piano l’autore torna indietro nel raccontare dapprima l’incontro del defunto con colui che lo porter alla morte e infine alla spiegazione del mistero.
A mio avviso l’inizio abbastanza lento e certo non appassionante, ma la conclusione degna dei migliori romanzi che hanno trattato la crudezza dell’eccidio dei campi di concentramento tedeschi.
E poi ci sono gli scacchi, l’ossessione dei protagonisti per questo gioco che porta a dimenticare qualsiasi aspetto ludico degli stessi, concentrandosi sulla sola sfida contro l’avversario e contro la vita.
Una buona lettura, anche se non sono molto convinto di alcune scelte tecniche dell’autore (prima fra tutte: come fa il narratore a narrare avvenimenti ai quali di certo non ha assistito?).
La variante di Lneburg
per gentile concessione di OperaNarrativa