E’ una storia difficile quella di Bustianu, una vicenda ambientata sul finire dell’Ottocento ma che lascia in bocca il sapore dell’oggi. La storia, e’ cosa nota, quasi sempre si ripete e il risvolto di copertina fa bene a ricordarlo.
Un bandito che si nasconde nei boschi della Barbagia convoca l’avvocato Bastianu senza andare troppo per il sottile: un cappuccio in testa, un cavallo fra le gambe e via.
Mi serve il tuo aiuto, gli dice il brigante appena si incontrano, del cadavere rinvenuto nei boschi questa volta non so nulla.
Quella di Mariani, delinquente tutto d’un pezzo, e’ una questione di puro principio: di morti ammazzati ne ha seminati parecchi e uno in piu’ – in effetti – non farebbe alcuna differenza.
L’avvocato non sa dire di no anche se vorrebbe tanto farlo.
La pista che il brigante lo costringe a imboccare lo porta ben presto a scoprire che il marcio puzza e non poco. Bustianu e’ costretto a combattere dall’inizio alla fine, dalla prima all’ultima pagina, con la realta’ che non sa rinnovarsi senza assassinare il buono del passato, con la propria famiglia per i costumi antiquati, con tutti quelli che uccidono la sua terra e la costringono al fango insieme alle coscienze della gente che ci vive.
Fois ama la sua Sardegna, ogni pagina de “L’altro mondo” e’ un rispettoso omaggio alla natura, alla lingua, alle tradizioni dell’Isola. La passione, pero’, travolge di tanto in tanto l’autore e non permette a chi non conosce il sardo di gustare appieno questa bella storiaccia.