Il 58° compleanno del commissario Montalbano arriva con un perfido regalo. Articolato tanto da dover intrecciare cervello e fiuto, ingrovigliato il giusto da sacrificarci il sonno. A costo che l’amata (ancora amata?) Livia faccia una serie di telefonate a vuoto la sera e la notte. Con conseguente allusive comunicazioni il giorno successivo.
Accade che c’è stata una rapina in un supermercato di proprietà di una famiglia mafiosa e con a capo del consiglio d’amministrazione un celebre onorevole della zona. E che, dopo una non facile presa di coscienza del fatto a opera della polizia di Vigata, il direttore del negozio venga trovato impiccato. Ma accade anche che il figlio del presidente della Provincia vada in commissariato a denunciare la morte violenta della sua fidanzata, ritrovata esangue in casa sua al ritorno di una trasferta di lavoro. Un doppio colpo che contiene un intero universo criminal-esistenziale: la presenza mafiosa, il mortale intreccio politico, la genuflessione accorta e impudica dei mezzi d’informazione che contano, la strategia che si fa pura tattica per imporre la presenza degli attori dissimulandone però il più possibile fiato e respiro, l’intimidazione cauta ma decisa dello stesso corpo dell’autorità costituita (sia essa di polizia o giudiziaria). E quando la connivenza scende in campo con tutto il suo farsi sistema, cosa può fare un commissariato che ha come unica arma il senso di dovere verso lo Stato e di servizio verso i cittadini? Risposta obbligata: prevedere i punti deboli degli avversari, le loro possibili reazioni, gli errori più comuni in cui possono cadere. E non farsi troppe paturnie se c’è da agire fuori dalla legge. Se guerra sporca è stata dichiarata, che sporca sia. Ma da entrambi i contendenti.
Ultimo pubblicato, ma non ultimo scritto nella saga del commissario Salvo Montalbano (lo stesso autore lo fa notare in una legante ma pungente nota finale), questa Una voce di notte rappresenta una sorta di ritorno per Andrea Camilleri (attenzione, anche noi ragioniamo attorno a questo titolo considerandolo al momento l’ultimo ossia il più recente). Il ritorno a un giallo più classico rispetto ai romanzi che lo hanno preceduto (Una lama di luce e Il gioco degli specchi, limitandoci ai due precedenti), grazie a un intreccio più marcato e centrale di fatti, indizi e prove.
Montalbano deve srotolare la matassa degli eventi con tutta la forza del suo essere investigatore e far girare i suoi uomini come le pedine di una scacchiera. Per cercare di andare a mangiare Regina e Re del campo avverso. Il commissario sa di dover rischiare tutto. Il suo “o la va o la spacca” ha come probabile perdita il suo stesso posto di lavoro e il trasferimento dell’intera brigata.
Pane per i denti di Camilleri. A suo agio come non mai. Ne esce il suo sottile estro giallistico. E la farina della sua ironia trova acqua buona per farsi pane di un umorismo esilarante.
Alla fine finestre e porte aperte vengono chiuse. A ogni spiffero il mastice dallo sputo del suo autore. La storia farà i conti con la realtà. L’intero romanzo racconta anche della mai doma grandezza dello scrittore.
Note tecniche
Autore: Andrea Camilleri
Titolo: Una voce di notte
Casa editrice: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2012
Pagine: 288
Prezzo: 14 euro
Isbn: 8838927626
Autore recensione: Corrado Ori Tanzi