L’angioletto



George Simenon
L’angioletto
Adelphi
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“Per la prima volta in vita mia sono riuscito a scrivere un romanzo il cui protagonista è assolutamente sereno, a diretto contato con la natura e con ciò che lo circonda”. E’ un Simenon inaspettato, quello de “Le petit saint”, che sembra intercettare e restituire nel suo personaggio l’armonia della vita, così come Louis, una volta diventato affermato pittore, cercherà di restituire sulla tela la luminosità e la purezza dei colori e la luce che percepisce negli oggetti e nelle persone. Il romanzo inizia agli albori del 900, nel cuore di Parigi, in Rue Mouffetard, all’interno di un unico stanzone a un piano alto di un palazzo dove Louis vive con 5 fratelli, la madre e i suoi compagni occasionali. Louis ha cinque anni e trascorre molte ore da solo nella stanza dove osserva e ricorda tutto quello che lo colpisce. L’autore ci narra le sue sensazioni, i suoi pensieri, le immagini che la sua mente coglie e ricorda nel tempo. Attraverso la sua mente Simenon disegna il mondo interiore di questo strano bambino, molto solitario, riflessivo, poco loquace, al punto da apparire perso fra le nuvole e oggetto di bravate da parte degli altri ragazzi e alle quali sembra incapace di reagire. Da qui il soprannome tradotto in italiano “L’angioletto”. Il bambino, poi ragazzo e uomo, ha un suo mondo interiore così ricco di fantasie e di sensazioni che gli fa apprezzare il meglio da chi lo circonda, gli impedisce di desiderare ciò che non può avere. La sua indole è del tutto contrapposta a quella dei fratelli, che cercano la fuga da quella casa che gli sta sempre più stretta man mano che crescono. Il romanzo narra l’intero ciclo della vita di Louis attraverso il racconto della sua percezione di quanto lo circonda: il lavoro, la famiglia, la figura fondamentale della madre, i primi approcci con l’arte e il sesso. I ricordi di quegli anni, come la morte della sorellina più piccola, le matite colorate regalo per Natale di un compagno di sua madre, una scena di strada colta dalla finestra, la confusione prodotta dai vicini di casa, i bagliori della stufa, la confusione dei mercati generali dove la madre va a comprare le verdure che venderà con la sua carretta durante la giornata, rarefatti e decantati, affioreranno con prepotenza nella sua arte pittorica. Forse l’unico romanzo in cui Simenon non indaga gli aspetti più oscuri dell’animo umano ma contempla tutto ciò che ci può essere di armonioso. Un autore davvero grande.

Susanna Daniele

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