Malanima mia



giovanna, patrizio mulas, pacioni
Malanima mia
melino nerella edizioni
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Elisa Spanu – la sarda – donna misteriosa e di arcana bellezza, si trasferisce a Monteselva, in via Cattaneo 5 ed è l’inizio del succedersi di insoliti episodi dal finale ambiguo e tragico.

Il ritrovamento della carcassa di un povero cane, un’Audi nuova incendiata in circostanze dubbie nel garage di casa e una vedova morta improvvisamente dopo un battibecco con Elisa, già Elisa, chi è? Che cosa è andata a fare a Monteselva? Che ci fa lì?

“- È Jana – dicevano – è strega e fata assieme, è maledizione e malia – e le vecchie del paese si segnano tre volte fronte e petto, al suo passaggio.”

Malanima mia nasce dalla collaborazione e amicizia delle penne di Giovanna Mulas e Patrizio Pacioni, e non stiamo di certo parlando di un’indagine sulle streghe della Sardegna, al contrario, parola dopo parola, gli autori trascinano il lettore nella vita di Elisa e degli abitanti del palazzo, dagli ameni e peccaminosi pascoli sardi alla cittadina di Monteselva, poco più di un grosso paese. Attraverso le vicende personali di ogni personaggio, il lettore si ritrova a vivere intensamente un viaggio che scandaglia i vizi e le debolezze del genere umano, lasciando spazio agli irrinunciabili momenti di introspezione che ogni capitolo propone in modo singolare e irriverente.

Senza peli sulla lingua, l’Isola confessa i suoi peccati incestuosi, in evidente contrasto con l’assuefazione alla vita frenetica e borghese di Monteselva, dove il timido Francesco fatica a non essere ossessionato dal fascino selvaggio di Elisa, che tanto si discosta dalle educate abitudini sentimentali della fidanzata Lidia, ritratto di femmina insicura appena accennato, ma talmente vero da commuovere.

Jana, Natura e MadreMatrigna, creatura capace di amore e di morte; il romanzo offre spunti di riflessione profondi e pungenti richiami a quello che è il modo di vivere attuale, il non vivere, l’alienazione, le convenzioni, per usare le parole di Malanima mia, “in questo penso che regni il piacere più grande: il NON scegliere di NON esistere.”

laura azzali

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