Il dono del buio



v.m. giambanco
Il dono del buio
nord
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Molto veloce, cinematografico, televisivo, con i personaggi che sembrano saltati fuori da uno schermo: Il dono del buio ha il pregio di catturare il lettore fin dalle prime pagine e di obbligarlo a seguirlo nella narrazione di una storia che forse non vorrebbe leggere, senza neppure concedergli il beneficio di pensare che tutto ciò che avviene è solo fiction e che quindi “è assolutamente impossibile che qualcosa del genere possa accadere a me o a qualcuno dei miei cari”.

E invece no! Può accadere.

I media ci tempestano ogni giorno con atrocità pari o peggiori di queste. Follia, perversione o altro che albergano in una mente ferita, che trasformano quella che si potrebbe definire una vittima in belva disumana. No! Che dico!? In un’ umana belva feroce. Complice anche l’alcol, oltre alla droga, uno dei morbi latenti nei paesi anglosassoni e nordici. L’alcol che ottenebra, brucia il cervello, fa delirare, impazzire.

Ma parliamo un po’ di etica. Quella del giorno d’oggi, attuale che rimanda, secondo leggi ferree, a protettori selezionati ed eletti da tutti noi, il controllo del bene e del male o quella antica legge tribale di occhio per occhio, dente per dente. O quella dei tempi passati in cui la scelta del modo di punire il male incontrollabile era affidata a qualcuno di diverso, una specie di fumettistico eroe alla Batman, o alla Diabolick? E sappiamo tutti che alcuni seguitissimi telefilm hanno per protagonisti personaggi simili a giustizieri.

Qui in veste di giustiziere troviamo Jack Cameron che, secondo l’etica di allora, sarebbe solo un eroe e non un criminale da imprigionare. In questa epoca dove Larsson ha rivoluzionato allegramente il modo fare romanzi, regalando alla letteratura il ritmo scenograficamente cinematografico e televisivo, Valeria Giambanco – nata e cresciuta in Italia fino al liceo per poi trasferirsi in Inghilterra – è una scrittrice prestata proprio dal cinema e più in particolare dal montaggio delle pellicole.

La sua fortunata gavetta, che l’ha portata dietro la cabina di regia di film come Donnie Brasco e Quattro matrimoni e un funerale, le ha insegnato molto. Il dono del buio, suo primo exploit in veste di romanziera, pubblicato in anteprima in Italia, è già stato venduto in Europa e in America. Ma ora passiamo alla trama.

Cominciamo dall’ ambientazione: Stati Uniti.

Principali interpreti: Alice Madison; simpatica testarda che vuol farsi valere, è una detective appena aggregata alla squadra omicidi di Seattle. Una persona coraggiosa, di spessore e, direi, che fisicamente ricorda abbastanza la sua autrice con qualche anno di meno, a metà tra la Jodi Foster del Silenzio degli innocenti e Angelina Jolie del Collezionista di ossa di Jeffrey Deaver – grande noir a cui mi ha fatto pensare la cruda suspense di Il dono del buio.

Jack Cameron, considerato un criminale, sospettato di esecuzioni, più che di delitti irrisolti, è il personaggio più intrigante in assoluto. Nathan Quinn, l’avvocato, è il pilastro del diritto, del rispetto della legge, intorno al quale ruota tutta la storia. E James Sinclair, presenza oscura in agguato, è incomprensibile e inafferrabile. La vicenda si muove tra il presente e il passato dove sono celati il segreto e il perché.

Nel 1985 un ragazzo, John (Jack) Cameron, stravolto e ferito a sangue, era riuscito a fuggire agli aguzzini che l’avevano rapito e a far salvare l’amico James Sinclair, ancora prigioniero, mentre un terzo coetaneo, rapito con loro, era scomparso. Ucciso sicuramente, ma tutte le ricerche per ritrovarne il corpo erano state vane. Quasi trenta anni dopo James Sinclair viene rinvenuto barbaramente ucciso con la moglie e i figli nella camera da letto della sua villa. I quattro cadaveri hanno sulla fronte una croce disegnata con il sangue. Certe prove che compaiono ad hoc sulla scena del delitto porterebbero a Cameron. Ma perché Jack Cameron, che aveva salvato l’amico da bambino, avrebbe dovuto trucidarlo con tutta la famiglia? E cosa significa quel minaccioso TREDICI GIORNI intagliato nello stipite della porta della casa del massacro, lo stesso TREDICI GIORNI di un biglietto ricevuto dall’ avvocato Quinn?

Mentre Madison indaga e cerca altre spiegazioni a ogni costo, il male che affonda gli artigli nel passato continua a colpire senza tregua. Unica chance concessa sarà affrontare e vincere l’orrore e il mistero dell’oscurità.

patrizia debicke

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