Protagonisti un giovane pm e un vecchio regista della Nouvelle Vague, liberamente ispirato a Jean-Luc Godard, sospettato di aver ucciso l’ex moglie dopo la Nuit Blanche, una festa dedicata alla cinematografia francese.
Il palcoscenico è Torino, una Torino ricca di atmosfere, serate di gala al Museo del Cinema, strade avvolte nella nebbia. La vittima è Sophie Alma, musa indiscussa e attrice protagonista di molti film francesi degli anni Sessanta.
Torino Nouvelle Vague di Franco Ricciardiello, edito da Todaro Editore, è un libro che si allontana dagli stereotipi di giallo moderno. L’ambientazione di Torino ti catapulta in una dimensione parallela fatta di luce e sfarzi del cinema di una volta, che qui viene celebrato. Il mix di giallo e amore per l’arte visiva, emerge chiaramente dalle pagine. Sembra di essere in un film del passato, con quelle sensazioni e quegli stati d’animo. La storia è avvincente, e porta il lettore alla risoluzione del caso in maniera graduale. Il francese, come cultura e lingua, è parte integrante della storia, rendendola più interessante. Il giallo non è scontato, né banale e mostra una grande maestria dell’autore che unisce in forma armonica due mondi apparentemente lontani tra loro, in un puzzle perfetto. Unico difetto, ma credo sia voluto e non capitato, è una leggera lentezza. Probabilmente questo è notato per un mio gusto personale, ma credo manchi un po’di pepe in più nella storia, che faccia diventare il tutto più avvincente.Â
Torino Nouvelle Vague – Franco Ricciardiello
Rosaria Russo