L’artiglio del tempo – Anna Vera Viva



Anna Vera Viva
L’artiglio del tempo
Garzanti
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Sarà stato il successo editoriale dello scorso anno, sarà che ogni autore ama i suoi personaggi ed ama condividere con loro nuove avventure a noi lettori è stata regalata una nuova storia di don Raffaele e della sua perpetua Assuntina.

Come ricordiamo Don Raffaele è un prete impegnato nel sociale che, dopo moltissimi anni vissuti a Roma, torna nella sua Napoli, dalla quale era stato strappato da piccolo per essere dato in adozione allontanandolo da una situazione di grave rischio.

Quando torna l’amatissimo fratello Peppino, ultimo pezzo della sua sfortunata famiglia, è ormai diventato il boss del quartiere,  temuto e riverito anche per quella strana aura di giustizia da cui sembra circondato. Non è opportuno che si sappia che sono fratelli, non farebbe bene alla reputazione di nessuno dei due, ma si amano di quell’amore viscerale e disperato che solo certi legami di sangue determinano.

Don Raffaele e la sua perpetua Assuntina hanno un tropismo speciale per le investigazioni  che conducono insieme ma ognuno col proprio contributo caratteriale,  dando così vita ad una delle più formidabili coppie nel panorama del noir italiano.

Il palcoscenico di queste avventure è Napoli, meglio il rione Sanità, una Napoli meravigliosa e luccicante in cui mare e cielo si fondono creando a chi guarda vertigini azzurre.

Ma Napoli è anche altro è malavita, è prepotenza da parte dei boss verso chi deve ossequiarli e servirli, è brama di potere di soldi.

In questi scenari si dipana la nuova storia di don Raffaele ed Assuntina, una storia che affonda in un passato lontano e doloroso le sue radici e che ha a che fare con una delle pagine più buie della nostra storia.

Anna Vera Viva ha la capacità, forse anche la magia, di riuscire a farci percorrere gli stretti vicoli dove la storia si svolge, ci mescoliamo da osservatori e finiamo per diventare noi stessi protagonisti. Percepiamo odori e sapori della magnifica cucina di Assuntina, udiamo gli scugnizzi che giocano a pallone e tra di essi il piccolo Antonino, vivace ed importantissima  presenza che avrà un ruolo determinante prima  nel convincere don Raffaele che nella storia niente è come sembra e poi nell’aiutarlo a sbrogliare l’intricata matassa.

Questo libro insomma è un piccolo capolavoro, l’autrice riesce a mischiare passato e presente conducendo il romanzo su due piani temporali diversi, senza peraltro nulla togliere alla suspence che ogni noir deve avere, ed il presente è raccontato in maniera egregia con tutti i personaggi ben definiti e caratterizzati.

Nulla è lasciato al caso e la narrazione si dipana perfetta, senza ombre o dimenticanze che possano lasciare il lettore  dubbioso circa lo svolgimento degli eventi raccontati con un grande rigore storico.

Si farebbe torto ad una storia così ben raccontata cercare di riassumere la tram,  piuttosto preferisco invitarvi a leggerlo, vi assicuro che ne vale veramente la pena.

E mi piace chiudere con le parole di Maurizio De Giovanni, un altro grandissimo partenopeo i cui romanzi fanno parte della nostra vita e della nostra cultura

« Anna Vera Viva percorre uno dei quartieri che offrono maggiori contrasti di una città piena di luci e di ombre, seguendo il battito e il flusso del sangue, e confermandosi in grado di costruire un affresco di grande impatto. » 

Roberta Gatto

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