Quando volevamo fermare il mondo – Antonio Fusco



Antonio Fusco
Quando volevamo fermare il mondo
Giunti
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Una splendida presentazione introduzione a questa storia romanzata liberamente ispirata a quella che fu un tragica storia vera di cui ancora si parla e si discute addirittura alla Corte Europea dove ieri, a distanza di ben venti anni, sono stati appena rigettati i ricorsi dei poliziotti che furono condannati per le loro azioni.
Presentazione che recita:
Quanto tempo ci vuole per scrivere un libro? Sei mesi, un anno, a volte una vita intera, non esiste una regola. A deciderlo non è tanto l’impegno nella scrittura, è la storia che deve maturare, come un buon vino, e ogni storia ha i suoi tempi. Per concludere questo romanzo ci sono voluti venti anni. Ho dovuto aspettare con pazienza il momento giusto, che oggi è finalmente arrivato. Alla fine di questo lungo viaggio, quello che posso dire è che sono veramente orgoglioso di averlo scritto. É un omaggio al valore dell’amicizia e della verità che mi ha anche consentito di regolare un po’ di conti con la coscienza. Tutto iniziò in una calda domenica di luglio del 2001, quando, appena rientrato dal G8 di Genova, vestito ancora con la mimetica che puzzava di sudore e del gas dei lacrimogeni, ricevetti una telefonata dalla moglie di uno dei miei migliori amici …”
Dopo essersi costruito una solida fama con i suoi sei romanzi dedicati al suo alter ego Casabona, Antonio Fusco  ha scelto di cambiare tema  e genere  con questo suo romanzo, denuncia e forse assoluzione intitolato :”Quando volevamo fermare il mondo”.
Questa volta il suo protagonista infatti  è Massimo Valeri, un ispettore di polizia, soprannominato  da amici e colleghi  l’Indiano per i tratti somatici parzialmente asiatici ereditati dalla madre, una donna di origine sinti, un circense che non ha mai più visto da quando aveva due anni e i servizi sociali l’hanno prelevato dalla  roulotte dove vivevano.  Lei infatti, quando il circo è ripartito l’ha abbandonato  da un giorno all’altro, senza rimorsi.  Questo gli hanno spiegato i suoi ottimi genitori adottivi che l’hanno accolto, cresciuto e fatto studiare.
Valeri è una persona dal carattere  introverso, molto  riservato, fan della musica rock,  che  ha scelto all’inizio delle storia  di allontanarsi da ogni forma di vita sociale, lasciare la Mobile, farsi trasferire e  pensare a se stesso. Lo stress l’ha divorato, un ulcera l’ha quasi ucciso e oggi non  riesce più a ritrovarsi in nulla e  nessuno. Vive su una barca che  apparteneva al padre adottivo e non ha legami se non  con la sua moto di grossa cilindrata che l’accompagna nei suoi viaggi e  forse che gli fa ritrovare in parte l’anima mai sopita da zingaro  nomade.
Lo incontriamo per la prima volta,  o meglio si presenta subito a noi come voce narrante,  seduto al tavolo di un vecchio chiosco, in riva al mare, in attesa di una persona a cui è stato molto legato in passato, ma con il quale  da anni  ha chiuso ogni tipo di rapporto.  È stato il suo migliore amico,  una persona a lui  molto  cara  legata a una  felice infanzia e prima giovinezza,  ma dal quale  si è allontanato molti anni prima, dopo aver dovuto affrontare il suo tradimento. Lui,  Pietro, il grande e migliore amico di una vita  con cui condivideva sogni e ideali, che per lui era come e più di  un fratello finché l’amore per Giulia  li ha divisi, mandando tutto a pezzi. Il loro  fraterno rapporto  l’assoluta  certezza di un riferimento, è scomparso. Allontanato dall’affetto e dalla  presenza di  Giulia che ha finito per guastare  tutto. Perché purtroppo dice  Valeri “L’amore crea troppe aspettative, il più delle volte destinate a rimanere deluse.”  Che, da quel momento, ha preferito  seguire da solo la sua strada,  evitando  sempre affetti  e  legami duraturi.
Una  distanza tra loro diventata incolmabile nel corso degli anni che fatalmente e per caso  si è quasi annullata a Genova, che li aveva  visti uno contro l’altro, Massimo schierato tra chi vestiva la divisa nel reparto operativo della polizia, Pietro  pacificamente in fila  coi manifestanti no-global. nei drammatici giorni del G8 dove, senza saperlo, si sono trovati  a pochi metri l’uno dall’altro. E il seguito, legato  al loro  incontrarsi  dei giorni successivi dovuto alla  richiesta di aiuto di Giulia dopo tanti anni…
Valeri  è un poliziotto che è stato testimone dell’inferno. La manifestazione contro il G8  che doveva rappresentare per lui una missione come tante altre vissute negli anni, si è rivelata invece come uno dei momenti più tristi e drammatici della recente storia italiana . Un qualcosa di fatalmente incontrollabile. La polizia era completamente impreparata e fronteggiare la situazione nel suo insieme. Gli agenti e i carabinieri  per strada avevano paura, non avevano sufficienti informazioni  e magari commettevano errori,  convinti di fare il proprio dovere. Nessuno avrebbe veramente potuto immaginare ciò che li aspettava. Immaginare che l’odio è una bestia crudele che  alimenta solo altro odio.
Sullo sfondo di uno degli eventi più tragici della nostra storia recente, una porta aperta su  quella che fu la drammatica tre giorni del G8 di Genova  con la quale Antonio Fusco ci costringe  a riflettere su cosa sia effettivamente successo allora e quanto vi abbia influito la  politica. La politica sempre pronta e  con gran clamore a distorcere notizie e informazioni a proprio comodo e comando, aumentando smisuratamente la  distanza che divide il paese reale dalla catena di comando.
Valeri  che sa con cosa in quei giorni ha dovuto convivere  e quanto abbiano entrambi dovuto superare con il G 8, sconvolgente esperienza che, pur  in diverso  modo diverso ha lasciato su di loro profonde tracce, è conscio  di dovere  all’ amico  una spiegazione totale. 
Ma da parte di Valeri  sarà anche inevitabile mettere sul tavolo il bilancio esistenziale  di  tutta la sua  vita, quasi una resa  dei conti che lo  costringe a guardarsi indietro. E ci saranno i dubbi e i rimpianti, per ciò  che è stato e che invece avrebbe potuto essere.
Forse un  doveroso momento di sincera spiegazione  fra due persone che ineluttabilmente  si sono ritrovati ai due lati della barricata.  Due grandi amici un tempo, oggi divisi sia dalle scelte personali che dagli schieramenti.  Ma sarà un  incontro il loro che forse potrà  offrire  una valida occasione per ricominciare.
Un bella storia narrata con professionale imparzialità, sulla drammatica ricostruzione  dei tragici scontri del G8 2001 .

Patrizia Debicke

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