L’avvocato del diavolo



ugo mazzotta
L’avvocato del diavolo
todaro
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Alla quarta prova di Ugo Mazzotta troviamo un giallo che si tinge di tinte noir, cosa che riesce benissimo all’autore. Giŕ dalle prime righe il lettore viene introdotto in una storia torbida, a cominciare dal ritrovamento del cadavere in una postura poco dignitosa che smuove i sentimenti del commissario Prisco. Quando l’identitŕ della vittima viene a galla la vicenda esplode in una serie di sottotrame, tutte plausibili, tutte possibili, gestite in maniera magistrale dall’autore che si muove con padronanza fra le procedure della polizia.
Il commissario Prisco lo abbiamo giŕ conosciuto nei precedenti romanzi, non č sicuramente un eroe, non č certo il prototipo del poliziotto tutto d’un pezzo, commette i suoi errori e capita che sia l’ispettore Caturano a venirgli in soccorso o ad agire con maggior prontezza. Da tutto questo ne risulta un personaggio vero, il commissario esce dalle pagine del libro per farsi persona, con tutto il carico di pregi e difetti che questo comporta. Il lettore ne comprende i limiti, partecipa ai dubbi, condivide le emozioni e le difficoltŕ.La vicenda viene dipanata sotto gli occhi del lettore gradualmente e con maestria, anche i personaggi secondari sono gestiti bene, ispessiti dai loro difetti, dalle cose che vogliono tenere nascoste. L’ambientazione in provincia non ne fa un romanzo lento, anzi la lettura precipita sempre piů velocemente verso la soluzione finale. Insomma un ottimo romanzo dalla scrittura scorrevole e mai pesante, dialoghi magistrali e capacitŕ, cosa fondamentale, di tenere inchiodato il lettore alle pagine.

Umberto Maggesi

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