Di solito mentre leggo un romanzo, prendo appunti mentali, così quando poi scrivo la recensione mi è tutto, o quasi, chiaro e l’operazione dura pochi minuti, salvo i ritocchi finali. Con «La sostanza del male», esordio di Luca D’Andrea, questo meccanismo inconscio non s’è verificato. E se sia un bene o un male, non l’ho ancora capito. Sta di fatto che sono in difficoltà . Per me non è un capolavoro, come annunciato. Un buon libro, sì. La prima considerazione che mi balena per la testa è la seguente: perché non fare il lancio sul mercato in inverno, anzi che a giugno, valutato che è ambientato in montagna, tra bufere di neve, ghiacciai e un freddo gelido che ti arriva addosso, anche se sei lì che boccheggi in mutande e canottiera? Curiosa scelta editoriale, quella di Einaudi, che per chissà quale motivo sta tentando la strada del successo estivo, il cosiddetto «libro da mare», insomma. Seconda considerazione: vero che le etichette servono generalmente a poco e niente, però non definirei «La sostanza del male» un noir, come stanno facendo tutti i giornali, piuttosto un thriller ambientato, appunto, in montagna. E proprio la montagna, infatti, è l’elemento caratterizzante che distingue questo romanzo di oltre 400 pagine da tutti gli altri. Di certo, poi, D’Andrea scrive assai bene e qui concordo, invece, con quanto è stato già anticipato da altri: la scrittura è quasi antica, ma in senso positivo, propria di chi sceglie con cura estrema le parole (vedi Durrenmatt, per esempio). E siamo a due punti favorevoli per l’autore. Il terzo: la storia d’amore tra il protagonista, Salinger, e sua moglie, così come quella tra lo stesso e la piccola figlia di cinque anni, è raccontata molto bene. Coinvolge quasi più della trama «vera», quella nera, gialla, thriller o fate voi, che è un po’ più scontata. Spiazzante l’inizio, che sembra preludere a tutt’altra vicenda, ma poi il racconto prende una piega lineare. C’è una montagna in Trentino Alto Adige, ma potrebbe essere altrove, che fa paura e all’interno della quale sono morti anni prima tre alpinisti. Salinger riavvolgerà il nastro e metterà la parola fine a quella sanguinosa strage. Se fosse una canzone «La sostanza de male» potrebbe essere «Hey Hey My My» di Neil Young. Voto: 7.
La sostanza del male
Alessandro Garavaldi