Le regole dell’attrazione



Bret Easton Ellis
Le regole dell’attrazione
einaudi
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Dopo il successo del suo esordio Meno di zero, Bret Easton Ellis con un po’ di sana furbizia rimane sul territorio già felicemente esplorato con Clay e compagnia. Focalizzandosi su un college americano tra feste, alcool, droga e sesso Ellis indaga di nuovo la generazione MTV, quei giovani degli anni 80 cresciuti nel lusso di una vita agiata, privi di interessi e aspirazioni future, privi di una vera identità e bisognosi di un intorno che li capisca, li compatisca, li coccoli nella notte stellata dei party e delle feste selvagge. Quell’intorno è costituito da loro stessi, da gruppi nutriti di “nulla” che si stringono a cerchio per far barriera ed evitare che la vita vera venga a chieder loro il conto.
Con il solito, invidiabile talento Ellis compone un caleidoscopio tutto in prima persona, attraverso la suddivisione in capitoletti che portano il nome del personaggio di turno, il quale prende la parola come fosse davanti a un microfono, davanti alla sua piccola platea di fallimento per dire la sua, raccontare le sue emozioni. Così conosciamo l’intimità della vita di Sean Bateman (che è poi nientemeno che il fratello del protagonista folle di American Psycho), di Paul Denton e Lauren Hynde oltre che di tutta una serie di altri personaggini di contorno.
Il comun denominatore è la necessità di disinibirsi e lasciarsi andare, conoscendo persone tra le più disparate, approcciando ragazze e ragazzi indistintamente, nella logica di un gioco che ti premia solo se ogni sera ti porti a casa un tuo piccolo e personale trofeo, che sia il sesso, lo sballo, la sbronza colossale, per poterne poi parlare il giorno dopo. Mentre MTV e la musica, ampiamente citata con nomi di gruppi e titoli di canzoni, passa loro a fianco senza che le prestino chissà poi che attenzione.
Le regole dell’attrazione non è un libro trasgressivo nel senso puro del termine, ma è indubbiamente un romanzo sfrontato, privo di “freni” e senza filtro nel racconto di una quotidianità giovanile che sotto sotto gaserebbe qualsiasi lettore adolescente, ma nessun padre vorrebbe per i propri figli. La morale di tutta questa favola disincantata a metà tra il delirio e le luci rosse? È sottilmente nascosta tra le righe, salvo quei momenti in cui Ellis con poche parole getta in faccia ai suoi personaggi e al lettore la grigia verità.

Massimo Versolatto

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