Ancora un antologia con connotazione storica a tinte noir e rigorosamente con ambientazione milanese, affollata di firme di spicco. Lo spunto doveva essere infatti crimini realmente accaduti sui quali costruire una novella. Ne è uscita una strana antologia poliedrica dove la fiction è più un’ospite che non la protagonista vera e propria e in cui, invece, dominano soprattutto i contenuti saggistici.
Comunque, facendo un breve commento per ogni brano in ordine di pubblicazione e autore, comincio con il funambolico e sfizioso caso del rag. Olivo, truce squartatore della moglie, romanzato da Rosa Teruzzi. Poi Simone Sarasso ricostruisce con perizia vita morte e miracoli di Renato Vallanzasca e Paolo Roversi ci ricorda puntualmente la rapina di via Osoppo a opera di Luciano de Maria e della sua banda, confessando senza paura che da questi dati nasceranno i famosi Milano Criminale e Solo il tempo di morire. Luca Crovi fa il jolly e approfitta dello spaventoso caso della fuoruscita dei gas tossici dell’Icmesa per costruire una favola cattiva da bambini grandi. Giovanni Zucca regala toni tristemente avventurosi alla rapina a un porta valori nel 1999, in memoria dell’agente scelto Raiola. Una crudele realistica ballata di Nicoletta Vallorani per l’odissea di Lea Garofalo, uccisa e sciolta nell’acido dall’amante Carlo Cosco perchè diventata una confidente della polizia.
Abbiamo più fiction nell’orrenda e quasi orgiastica sinfonia di morte legata a uno strafatto e distorto tipo dei quartieri alti di Sergio Altieri, che mi pare riprenda, ingigantendolo un racconto che conoscevo, e un azzeccato tocco di fantascienza del trio Besola, Ferrari, Gallone per descrivere il botto contro il grattacielo Pirelli dell’aereo pilotato dallo svizzero suicida.
Massimo Picozzi ci parla delle confidenze/confessioni, che ricostruiscono le vite di Sante Pollastri e del Bandito Ezio Barbieri, che guidò la rivolta dei detenuti di San Vittore.
Massimo Polidoro ci offre una lucida e puntuale relazione del suicidio del mitico Raoul Gardini. E in chiusura Cristina Cattaneo, da grande antropologa e scienziata qual è, delinea un calibrato quadro storico criminale della Metropoli/Milano nei secoli.
Giallo Metropoli
Patrizia Debicke