le stanze di Mogador



gian luca favetto
le stanze di Mogador
ambiente
Compralo su Compralo su Amazon

Mogador è un albergo della Sicilia profonda, dove tutto ruota intorno al mare e alla dimensione del viaggio. Il viaggio è il vero protagonista di questa vicenda e tutto si può riassumere con l’essenza ultima dell’essere costantemente in cammino verso una meta ignota: il proprio io.
E’ un viaggiatore Damir Babic, il fotografo protagonista del romanzo, e sono viaggiatori approdati o in partenza, tutti i personaggi che compaiono sul suo cammino. Il romanzo possiede la speranza disillusa di chi parte sapendo di dover prima o poi tornare, ma che lo fa con il piacere intimo di essere altro da sé per il periodo di lontananza da quella che tutti chiamano, forse a torto, casa. Babic è un viandante particolare, è nato e ha vissuto fino ai vent’anni a Sarajevo e ha visto con i propri occhi la guerra, il genocidio e i cecchini di cui sente ancora nelle orecchie gli spari mortiferi. Damir Babic di Sarajevo, ha fotografato gran parte del mondo, tenendo sé stesso fuori dalla partita. Così le sue riflessioni, in un certo senso neutrali, sulla vita e soprattutto sull’essenza di uno scatto della sua macchina fotografica ci accompagnano lungo tutto il romanzo. Le stanze di Mogador è un econoir, a dire il vero poco eco e tutto sommato poco noir, ma questo non è un male. Anzi è un pregio, perché i libri in cui il messaggio o la maniera prevaricano sulla scrittura e sul piacere di narrare non sempre colgono nel segno. Favetto, che non è uno sprovveduto e il cui curriculum parla da solo, ha fatto centro. Il tema ecologico è quello dello smaltimento dei relitti dei grandi cargo che alla fine dei loro infiniti pellegrinaggi per i mari del mondo debbono compiere l’ultimo e forse più redditizio viaggio: la demolizione. Il processo di smaltimento di questi giganti del mare e il recupero dei materiali con cui sono costruiti è regolamentato, in molti paesi, da ferree leggi di stampo ambientalista. La cosa comporta costi piuttosto alti per le aziende che debbono in sostanza liberarsi di ciò che non è più utile. Altri paesi invece, come spiegato in questo libro, non sottostanno ad alcuna normativa e sono fiorenti i traffici di materiale estratto da queste miniere tossiche che non hanno più un porto dove approdare. Sono migliaia i morti fra i lavoratori assunti da tutte le mafie mondiali per demolire il più velocemente possibile i bestioni inservibili e consentire la reimmissione sul mercato, del ferro e dei metalli recuperati che arricchiscono i mandanti di tali scempi ambientali. Damir Babic ignora come la maggior parte di noi tutto questo, fino a quando si imbatte per caso o per fortuna in un cargo in demolizione clandestina lungo le coste della Sicilia. La sua curiosità lo porterà a indagare su perché e come queste cose possano succedere nelle acque della civile Italia. La risposta arriverà nell’ennesimo viaggio della sua carriera di vagabondo, con una macchina fotografica e un nuovo amore nel cuore a rappresentare la casa dove al fine della vicenda vorrà ritornare.
Un libro intelligente, profondo e altamente filosofico che non annoia e lascia libertà di riflessione al lettore. Da leggere.

andrea ferrari

Potrebbero interessarti anche...