Prima di morire addio



fred vargas
Prima di morire addio
einaudi
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Finalmente è stato pubblicato anche in Italia uno dei primi romanzi di Fred Vargas, scritto nel 1994, cioè molto prima che la scrittrice francese diventasse il fenomeno di massa che è adesso.
La non calorosissima accoglienza tributata a questo volume è dovuta in parte alla tendenza dell’editoria italiana di proporre sul mercato senza un ordine cronologico le opere giovanili di autori che hanno avuto, con i romanzi successivi, un grosso successo di pubblico. Spesso purtroppo i lettori non hanno consapevolezza di questi salti temporali e si trovano spaesati nel non ritrovare il livello stilistico e narrativo a cui si sono, per così dire, abituati.
In questo giallo sono innanzitutto presenti in nuce alcuni dei tratti dei personaggi che oramai fanno parte dell’immaginario collettivo dei lettori della Vargas: Adamsberg e i tre evangelisti.
A titolo di esempio non è possibile non notare le somiglianze del gruppetto composto dai tre imperatori romani con i caratteri dei tre evangelisti.
Altrettanto naturalmente si notano le differenze nello stile e nell’ambientazione: primo elemento fra tutti è appunto il collocare l’azione non a Parigi o nell’entroterra francese ma a Roma, anche se si tratta di una Roma che viene appena abbozzata, che non ha una sua anima ben percepibile e che si evidenzia soprattutto nel nome di alcune delle vie più famose.
L’intrigo è come sempre ben costruito e regge fino alla fine: la scrittrice anzi si diverte quasi a proporre al lettore diverse possibilità per sciogliere il mistero, tutte egualmente credibili, che lasciano una sorta di dubbio
sulle reali motivazioni del duplice omicidio. Anche in questo caso si ha un esplicito richiamo alla semplicità del delitto, che è cifra stilistica della Vargas: i delitti sono semplici e, più ci si sforza di trovare soluzioni complicate, più ci si allontana dalla verità.
La vicenda prende il suo avvio da un disegno di Michelangelo che pare essere stato rubato dalla Biblioteca Vaticana. Henri Valhubert, editore ed esperto d’arte, si reca quindi a Roma ma, prima di essere riuscito a scoprire alcunchè, viene ucciso durante una festa notturna in Piazza Farnese.
I primi sospettati sono il figlio della vittima, Claude, e i suoi due amici, Tibère e Nèron, che formano il gruppo dei tre imperatori, legati da un’amicizia particolare e indissolubile. I tre sono studenti e risiedono a Roma, preferendo per frequentare le feste che non le aule di studio. C’è poi Laura, affascinante seconda moglie di Valhubert e matrigna di Claude, per la quale i tre nutrono una vera e propria adorazione. Infine monsignor Lorenzo Vitelli che veglia sui tre ragazzi ed è amico d’infanzia di Laura.
Fin dall’inizio la pista del disegno rubato non sembra essere l’unica, e viene ad affiancarsi a quella dell’eredità del defunto: il compito del riservato magistrato Valence e del commissario Ruggieri, pur con le loro differenze caratteriali, sarà proprio quello di non farsi depistare da chi cerca di manovrare dietro le quinte tutti i protagonisti per riuscire a farla franca.

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