L’enigma del libro dei morti



Martin Rua
L’enigma del libro dei morti
Newton Compton
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Comincio dalla cronaca di questa lettura… Mi arriva tra le mani l’ultimo e-book di Martin Rua, L’Enigma del libro dei morti e leggo nel sottotitolo che si tratta della “Prophetiae Saga Vol. 2”, dunque bisogna iniziare dal principio.
Lo trovo, s’intitola La Profezia del libro perduto, e inizio a leggerlo. Niente male, il racconto si apre con il rinvenimento, in un canale della storica città di Avignone, del corpo dilaniato di una donna, Danielle Gassonet. La vittima era ebrea e, per risolvere il suo omicidio della sua agente, agli uomini del commissario François Ozouf si aggiunge il capitano Khadija Moreau, un’esperta di terrorismo. In breve la polizia scopre che l’unica colpa della donna assassinata è stata quella di essere l’agente letterario del più famoso e misterioso scrittore di Francia: Luc Ravel. Nessuno conosce il suo vero nome né dove egli viva. Inizia così una caccia all’uomo che si dipana attraverso i territori della Francia. Ma scoprire l’identità del misterioso Ravel si accompagnerà ad altri sconcertanti rivelazioni che portano l’indagine indietro nei secoli, fino all’emblematico nome di uno delle figure più affascinanti dell’esoterismo d’Oltralpe: Michel de Notredame.
Il racconto mi ha conquistata e rapita fino all’ultima riga, dandomi soluzioni ma proiettandomi anche verso la successiva fatica dell’autore partenopeo, per l’appunto il secondo volume della “Prophetiae Saga”, L’Enigma del libro dei morti.
Il racconto si apre con una scoperta archeologica. È il 2004 e il luogo degli scavi è a poca distanza di uno dei paesi più noti agli appassionati del genere “esoterico” ovvero a Rennes-Le-Chateau, nella regione della Linguadoca. Chi non ha sentito parlare dei misteri legati alla figura del parroco Bérenger Saunière? Del suo introvabile tesoro e dei misteri legati ai Templari e ai discendenti del Cristo?
Ma, tranquilli, qui non si parla né di Maria Maddalena né della stirpe sulla quale ha già fantasticato Dan Brown. Il racconto creato da Martin Rua, anzi, in più punti irride – tramite le osservazioni dei suoi personaggi – a quella interpretazione, è del tutto nuovo e intrigante.
Il primo capitolo ci riporta nel passato, del 1242, tra Nazariti e Cavalieri del Tempio, la vicenda dell’eresia Catara, ma è solo il primo dei tanti flash back che si alternano in una trama fitta di avvenimenti e che si svolge per lo più ai giorni nostri, in Francia, e che coinvolge uno ad uno tutti i personaggi che popolavano il primo libro della saga, dal commissario Ozouf, all’affascinante Khadija. Questa volta però i protagonisti della saga di Rua sono alle prese con un morbo del quale si ha persino paura di pronunciare il nome: la peste. La trama si fa sempre più complessa e affascinante, unendo nella narrazione stralci di cronaca reale – come gli attentati terroristici, dei quali è stato vittima il popolo francese – a epici voli di fantasia. Che cos’è il Mi?Lab Ash-Shaytan ovvero l’Artiglio del Diavolo? Chi vuole uccidere centinaia di persone innocenti trasformando le vie delle città in altrettanti lazzaretti? E perché? Quale vantaggio si può ricavare dal mettere in ginocchio una delle più fiorenti nazioni europee?
Un labirinto che, procedendo nell’esposizione, l’autore rende ancora più intricato e avvincente, miscelando sapientemente le leggende che circondano la figura del profeta Nostradamus a quanto di più tremendo può celarsi nella nostra vita quotidiana, e cioè lotte di potere, giochi politici, attentati e persino il rischio di propagazione di un antico e temuto morbo, noto anche come “la morte nera”.
Mi piacerebbe raccontarvi altri avvenimenti, ricchi di suspense, di cui L’Enigma del libro dei morti è ricchissimo, ma rovinerei il piacere di una lettura che, ne sono certa, chi ama il genere non potrà che apprezzare dalla prima all’ultima pagina. Certo se si detesta il genere esoterico, è meglio cambiare autore, questo non è un romanzo per chi predilige i noir o i gelidi racconti scandinavi. Ma chi ama scatenare la propria fantasia intorno a miti e misteri troverà in questi romanzi un eccellente esempio di creatività sbrigliata.
Vorrei però ancora sottolineare due aspetti che mi hanno colpita e che meritano la vostra attenzione.
Per prima cosa è una lettura molto piacevole perché Martin Rua scrive in perfetto italiano, ed è sempre più raro… In molti libri (in troppi) troviamo più il parlato e il “televisionese”, che non la nostra bella lingua. Un altro fatto mi ha colpita, lo studio sotteso a questo romanzo di pura “fantasia”. L’autore è sì uno studioso di Storia delle religioni, ma mai strizza l’occhio al falso storico, al dozzinale burlesque, alla pantomima facile. Se in qualche passaggio i suoi personaggi travalicano le dimensioni obiettive del rigore scientifico, lo fanno comunque sulla scorta delle leggende e dei miti che si tramandano come i culti religiosi, per chi ha voglia di crederci.
Raro, per un autore italiano, l’attenzione che viene riservata al lettore nella nota conclusiva che segue l’epilogo. Qui lo scrittore partenopeo ci dà conto del percorso intellettuale da lui seguito, della bibliografia che ha usato e degli scienziati presso i quali ha cercato conferme, se non alla veridicità scientifica del suo plot, almeno alla sua verosimiglianza. Gliene sono grata, e mi piace questo rapporto diretto che egli instaura con i suoi lettori, e di come a loro racconti quale via seguire per chi desidera approfondire la materia.
… E, per concludere questo diario del mio personale incontro con i romanzi di Martin Rua, vi dirò cosa ho fatto oggi. In attesa del volume conclusivo della “Prophetiae Saga”, sono andata a scaricarmi sul mio e-reader, la precedente fatica dell’autore della Newton Compton. È un’altra trilogia e promette di tenermi impegnata nella sua lettura per diversi giorni, s’intitola “Parthenope Trilogy” (e i titoli sono tutti intriganti: Le nove chiavi dell’antiquario, La cattedrale dei nove specchi e I nove custodi del sepolcro, pressappoco 864 pagine in totale per circa 14 ore di lettura (così almeno prevede il contatore del mio lettore di e-book).

Flaminia P. Mancinelli

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