Estate nera



Fabio Orrico, Germano Tarricone
Estate nera
Golem
Compralo su Compralo su Amazon

Un po’ noir, un po’ hard boiled e un po’ crime movie: sono questi gli ingredienti principali di “Estate nera”, ultimo romanzo scritto a quattro mani da Fabio Orrico e Germano Tarricone, nelle librerie per la torinese Golem Edizioni.
La storia è ambientata in una Rimini estiva dove ‘o Sistema del clan camorristico Mastantuono si appresta a mettere in piedi una speculazione immobiliare che ne perpetuerà il dominio sulla Riviera per i decenni a venire. Il piano di don Salvatore gira attorno al grattacielo di Rimini. Socialmente decaduto, diventato un semighetto verticale in cui trovano rifugio immigranti e italiani disperati, il grattacielo dovrà essere ripulito, cacciando i residenti con ogni mezzo necessario, e trasformato in un residence di lusso dotato di servizi turistici a cinque stelle da destinare a ricchi visitatori russi e arabi.
Nelle fasi prima della svolta Orrico e Tarricone descrivono in modo approfondito gli ingranaggi che permettono all’impresa criminale dei Mastantuono – e di quelle affini nella realtà – di marciare a pieno ritmo. Alberto Braida, il personaggio principale, ex estremista di destra della Milano di Piazza San Babila, sostituisce l’occhio e l’orecchio del lettore muovendosi nel tessuto urbano della Riviera tra centri massaggio cinesi che in realtà sono bordelli a basso costo, sale gioco che lavano soldi in nome di altre organizzazioni criminali, palestre e ristoranti in cui la povere bianca del clan viene distribuita capillarmente.
Alberto è il cognato di don Salvatore. Ha sposato la sorella Rosaria per la quale lavora come portiere al Vesuvio, hotel di modesta caratura che funge da attività legittima del clan. Le sue giornate trascorrono tra notti in albergo, insonnia generata dagli incubi del passato, una Kawasaki per effettuare le consegne di bamba e riscuotere i prestiti a strozzo, l’immancabile whisky per tenere il diavolo a bada.
Nello scandirsi di questa routine, identica ogni giorno, la vita scaraventa una serie di imprevisti che distruggeranno qualunque logica: quella criminale, quella paramilitare e quella minima della sopravvivenza. Il primo imprevisto ha la fisionomia imponente e minacciosa di Ciro Mastantuono, figlio di don Salvatore dai metodi brutali, lontano dalla mentalità da vecchio boss del padre. Non meno pericolosi gli affiliati della mafia cinese che intendono opporsi al piano dei Mastantuono e che individuano in Alberto una pedina utile per il loro gioco.
Nella vita del protagonista compaiono poi quattro naziskin milanesi che prendono possesso della stanza 206 del Vesuvio. Uno di loro si chiama Bingo, ma il suo vero nome è Alberto: non si tratta di un caso. Il giovane, pieno di ideali distorti, è il figlio di Laura Vergara, camerata della Milano degli anni 70 che il protagonista ha amato e verso cui vanta un enorme debito di riconoscenza.
L’imprevisto più grande tuttavia, quello capace di far crollare le certezze di un soldato, si chiama Veleria Mantovani. Donna elegante e raffinata, proprietaria di una boutique di alta moda, la signora Mantovani si divincola tra gli artigli degli strozzini di don Salvatore, in particolare del più spietato e instabile: Ciro Mastantuono. Membro ma in realtà prigioniero del clan, Alberto Braida decide che la liberazione di Valeria Mantovani dovrà essere l’atto finale che affrancherà entrambi dal Sistema, permettendogli di costruire una nuova vita lontana dal male delle tante vite precedenti, con una complice pulita, per una volta.
Proprio nel desiderio di Alberto risiede il messaggio definitivo di Estate nera: è possibile la redenzione dopo una vita di violenza? Può un uomo cancellare il proprio passato? Con un finale al fulmicotone, Orrico e Tarricone forniscono la loro risposta.

Thomas Melis

Potrebbero interessarti anche...