Dentro sono meglio



Bedini
Dentro sono meglio
Eclissi
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Estate 1988: siamo a Monchio, uno di quei tranquillissimi paesi dell’Appennino modenese in cui ci si aspetta di trovare solo nonni in cerca di aria buona insieme ai nipoti “spediti su” dai genitori, per qualche giorno finalmente in pace, a sfogarsi nel bel mezzo del nulla.

E invece, improvvisamente, il caos: l’omicidio di un uomo e la sparizione della moglie vanno a scombinare i piani di chi, a Monchio, c’era venuto solo per passare un’estate lontano dalla città. Sullo sfondo, si intrecciano le vicende dell’adolescente protagonista, Diego Rubini, quasi più intento a far conquiste che a scagionarsi dall’accusa di essere il colpevole, e di un appuntato con il mito di Peter Falk. Finale a sorpresa.

Andrea Bedini, medico modenese di 36 anni al suo esordio, promette bene: un romanzo che si legge tutto d’un fiato, che riesce a trasmettere quel leggero senso di malinconia, misto ad una certa speranza per il futuro, di chi è ancora giovane ma che ogni tanto inizia a guardarsi indietro. “Dentro sono meglio” (bel titolo) è ben costruito e lascia il segno, con inaspettati momenti di comicità pura: fenomenale l’attacco del maresciallo siciliano al Lambrusco di Castelvetro, che preferisce il Nero d’Avola a quella “insopportabile bibita gassata” (chi scrive, da modenese, si dissocia, ndr).

Forse l’utilizzo di meno personaggi, ma più caratterizzati, avrebbe semplificato la lettura, ma è una leggera sensazione che svanisce presto, e che lascia spazio alla consapevolezza di aver, leggendo il libro di Bedini, speso bene il proprio tempo.

Fabio Spaterna

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