Davide Calì
I bambini di Baltimore House
Pelledoca
Il protagonista di questo noir/horror di Davide Calì è uno scrittore (di cui non sapremo mai il nome, forse per accrescere l’atmosfera di indeterminatezza giocata tra il reale e il soprannaturale) che per terminare un romanzo decide di ritirarsi in un albergo isolato e vecchiotto senza distrazioni. Così si ferma casualmente nel Baltimore Hotel, che è addirittura fatiscente al di là di ogni peggiore aspettativa, tanto che è chiamato La Casa di Psycho dagli abitanti della squallida cittadina (guardare per credere). Nessun altro ospite. Ottimo! Pensa il nostro, ma non più dopo aver visto la proprietaria con un volto di rughe sottili appiccicate al cranio come una mummia e un gattone che entra ed esce dalle porte chiuse. Inoltre, di notte in camera gli compare il fantasma di una bambina.Â
A poco a poco viene a sapere che l’albergo si chiamava Baltimore House ed era un ospedale per bambini con particolari e gravi deformazioni, poi morti tutti in un incendio, ma il corpo di una bambina, Ellis, non era stato mai trovato. Ogni capitolo è preceduto dalla breve scheda di ingresso in ospedale di un bambino. Lo scrittore vorrebbe andare via, ma qualcosa lo trattiene. Strani segnali, indicazioni, parole su una tavoletta ouija o su pezzi di carta o sui vetri della finestra – trova il libro, il pozzo, il figlio – diventano indizi che orientano la sua ricerca.
Tutto è cominciato con la fabbrica di diserbanti del vecchio sindaco, il cui figlio adesso vuole essere rieletto con un programma che prevede l’abbattimento del vecchio hotel e al suo posto la costruzione di un supermercato con parcheggio, ricoprendo tutto con uno strato di asfalto. La presenza di fantasmi si mescola all’occultamento di una strage e all’esistenza di sporchi interessi molto concreti. Spinto dall’intuizione che forse nel vecchio pozzo c’è un cadavere e forse anche una latta di cherosene, lo scrittore si butta dentro e si risveglia in ospedale. La moglie avrà una bambina che sarà chiamata…indovinate voi il nome. Le illustrazioni di Riccardo Renzi alludono magistralmente ai film di Hitchcock nel creare un’atmosfera inquietante, tra Psycho e Gli uccelli.
Da 11 anni