L’oro dei Medici



Patrizia Debicke van der Noot
L’oro dei Medici
TEA
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“Paura, tensione, angoscia cambiano nella scrittura di un giallo storico o di uno contemporaneo?” lo chiesi pochi mesi fa proprio a Patrizia Debicke, nell’ambito di una rassegna cui l’avevo invitata. La sua risposta non lasciò spazio a dubbi: “No, nel modo più assoluto. Quel che cambia è il contesto, l’imperativo di una accurata ricerca documentale, la capacità di inventare laddove la cronaca tace, la necessità che realtà e finzione si fondano in un unicum armonico e credibile. Per il resto le passioni umane restano le stesse e, dunque, anche i moventi che scatenano le azioni delittuose”.
Le parole di Patrizia mi hanno accompagnato durante la lettura de L’oro dei Medici, che ho assaporato per la prima volta in questa nuova edizione TEA, trovando tra le sue pagine l’accuratezza di un romanzo storico e l’attrattiva di un diabolico intrigo.
Terzo capitolo della trilogia che l’autrice dedica ai Medici, dopo L’eredità Medicea (Parallelo45, 2015) e La gemma del Cardinale (Tea Libri, 2018), il romanzo è dominato dalla figura di Giovanni de’ Medici, figlio naturale di Cosimo I e di Eleonora degli Albrizzi, poi legittimato dal padre e divenuto uomo di fiducia del fratellastro Ferdinando I, dopo la sua ascesa al soglio granducale.
E’ il 1597 e vasti sono l’influenza politica ed economica dei Medici che, dopo gli anni bui seguiti ai fasti dell’ascesa, sono di nuovo protagonisti della scena italiana ed europea. La Toscana intera è nelle loro mani, a eccezione della costa maremmana, governatorato spagnolo.
Giovanni, comandante dell’artiglieria e della flotta granducale, uomo di armi ma anche di scienza e di arte, governa con mano sicura il porto di Livorno, dove le Leggi Livornine emanate dal fratellastro hanno richiamato una popolazione fattiva, che ha contribuito al grande sviluppo economico della città e al successo degli scambi marittimi.
Le ricchezze del Granducato però fanno gola a molti, soprattutto a chi non gode più dei favori della corte o a chi ha impoverito allo stremo le casse dello stato.
Due morti misteriose, una spia inglese e la cameriera di una gentildonna amante di Giovanni, vengono a funestare la serenità autunnale di Livorno e a gettare le ombre scure di una cospirazione ai danni della corte fiorentina.
Giovanni, con l’aiuto del suo capitano di giustizia, Francesco Spinelli, ne seguirà le trame insidiose per terra e per mare, in un crescendo epico che coinvolgerà potenze alleate e nemiche e dove la posta in gioco non sarà solo il potere economico del granducato, ma la salvezza di vittime innocenti.
Affresco potente di un’epoca, L’oro dei Medici scaturisce dalla penna felice di chi, a ragione, è stata definita “la signora del Cinquecento”. Patrizia Debicke, poi, l’ha dichiarato più volte: ad attrarla verso i Medici, con ineludibile fascinazione, è la peculiare alternanza della loro storia, dai fasti di una prima ascesa culminata nella gloria di Lorenzo il Magnifico, attraverso l’oscurità della caduta per la dissennatezza dei suoi figli, fino a una nuova e trionfale ascesa con l’avvento di Cosimo I. A legarli sempre però, attraverso le generazioni, un filo saldo e una costante imprescindibile: generosi mecenati che con uno sconfinato amore per il bello e la cultura hanno illuminato un’epoca, di una luce così brillante da durare nei secoli.
Quel gusto, raffinato e sontuoso, dalle pagine dell’autrice giunge vivo fino a noi. Marmi stucchi legni pregiati, dipinti sculture tappeti, argenti cristalli porcellane, sete lini velluti, cibi squisiti e insoliti, perfino i giocattoli dei principini, tutto contribuisce a restituire l’immagine di una corte tra le più preziose d’Europa.
Lo confesso, nei primi capitoli mi affannavo a ricercare l’esistenza storica di accadimenti, luoghi e personaggi, quasi in un ripasso di studi liceali dimenticati. Poi però la narrazione, così fluida e fresca, mi ha preso a tal punto che non mi è più sembrato importante distinguere tra realtà e finzione.
I personaggi realmente esistiti – Giovanni, Ferdinando I, sua moglie Cristina di Lorena – sono dipinti con tale umanità, nello scambievole affetto che li lega e nell’amore sollecito per i figli, da renderli uomini come noi, ben più che sovrani di quel rango.
Le figure d’invenzione, poi, si impongono vive dalle pagine: Lady Aubrey tra tutte, con quel suo amore così generoso da poter dividersi con ugual trasporto tra Don Giovanni e il marito, senza gelosie né egoismi, figura moderna e illuminata, di prepotente personalità.
La penna dell’autrice si mantiene vivace e trascinante, nella descrizione delle scene quotidiane come nelle battaglie, attenta ai particolari, duttile nei diversi registri narrativi.
Non cade nel tranello di preziosismi arcaici, che potrebbero allontanare il lettore dalla narrazione, ma registra con fedeltà consuetudini e peculiarità dell’epoca.
Ne esce un romanzo di ineccepibile credibilità che non si sottrae però al gusto di un intreccio pieno di colpi di scena, un romanzo storico e un giallo d’epoca, in cui il lettore è trascinato in una epica girandola di avventure e in un mistero che verrà sciolto con solida logica.
PATRIZIA DEBICKE VAN DER NOOT, nata a Firenze, bilingue, grazie a una nonna alsaziana e agli studi compiuti all’università di Grenoble, ha sempre viaggiato molto e vive tra l’Italia e il Lussemburgo. Autrice di romanzi storici e di thriller, sia storici che contemporanei, oltre al recentissimo L’oro dei Medici ha pubblicato: La gemma del Cardinale (TEA, 2018), Il ritratto scomparso (DBOOKS, 2017), La congiura di San Domenico (Todaro, 2016), L’eredità medicea (Parallelo45, 2015), La sentinella del papa (Todaro, 2013), L’uomo dagli occhi glauchi (Corbaccio, 2010), Il gioco dei menu (Edizioni Domino, 2008), Una seconda vita (Lampi di stampa, 2007), Una foto dal passato (Lampi di stampa, 2006), La tigre di giada (Lampi di stampa, 2006), Ritratti di matrimonio (Lampi di stampa, 2004) e, in ebook, La Contessa di Castiglione (2011) e Il Saint Emilion del colonello (2011).
E’ collaboratrice editoriale di Delos Book, Mentelocale, Milano Nera, Contorni di Noir, Writers Magazine Italia, The Blog Around The Corner, Libro Guerriero, membro di qualità della giuria del premio Nebbia Gialla e organizzatrice di conferenze storiche per il FAI e per gli Istituti italiani di cultura di Parigi e Lussemburgo.

Giusy Giulianini

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