Lo strano mistero dell’Orient Express



Benjamin Monferat
Lo strano mistero dell’Orient Express
Newton Compton
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La quarta di copertina recita: «Mentre l’Europa sprofonda nel caos della seconda guerra mondiale, un viaggio in treno cambierà la vita dei suoi passeggeri».
Benjamin Monferat è lo pseudonimo di Stephen M. Rother, scrittore e storico tedesco, che per scrivere un romanzo si è ispirato anche alla vita di suo nonno, vissuto durante il Terzo Reich, costretto a collaborare con il regime ma nello stesso tempo un attivo oppositore.
Bestseller in Germania, a mio vedere merita il suo successo. Non è impresa da poco maneggiare la suspense in modo da tenere incollato il lettore per ben 569 pagine della versione italiana (mi risulta che la tedesca fosse più lunga), ma Monferat/Rother ci riesce. Ḕ abile nel dosare fiction e realtà storica, emozione e sentimenti in un avventuroso romanzo di azione, sempre intrigante e coinvolgente .
Qualcosa della trama:
È un viaggio fatale quello di Lo strano mistero dell’Orient Express, il viaggio che sarà l’ultimo fino a Istanbul della mitica CIWL (Compagnie Internationale Wagons Lits), effettuato con gli alleati circondati a Dunkerque che cercano scampo in mare verso l’Inghilterra, unica nazione europea che osa ancora sfidare Hitler. Il cannone tuona da lontano e le truppe naziste stanno per occupare Parigi. In mezzo al fuggi fuggi generale e al si salvi chi può  L’Orient Express – il treno dei sogni proibiti, ogni passaggio costa una fortuna – è in viaggio verso Istanbul con, come passeggeri: un re dei Balcani che vuole salire sul trono, Eva la sua giovane e bella amante ebrea, spie tedesche, un granduca russo cugino dello zar con la famiglia, una bellezza di Hollywood vicina alla pensione, un nababbo del petrolio americano e gli agenti segreti di tutte le potenze impegnate in guerra, compresi i sovietici.
Tutti non vedono l’ora di arrivare, di allontanarsi il più possibile dall’Europa in fiamme e da quella implacabile guerra lampo voluta da Hitler che sembra tenere in scacco l’intero continente. Poi, ciliegina sulla torta, a Belgrado viene attaccato all’Orient Express un vagone nazista, quello personale di Adolf Hitler con a bordo il suo vice, Franz von Papen che, ovviamente, è scortato da un plotone di SS.
Perché mai? Cosa c’è sul treno? Qualcosa partito dalla Francia? Qualcosa di insospettabile ma che Hitler vorrebbe a ogni costo?
Questo viaggio di due giorni e tre notti diventa un eccellente palcoscenico di quanto accadeva in Europa nel 1940: un intricato mix di spionaggio, di trattative riservate e una perfetta cornice per intrallazzi politici e tragici destini.
Benjamin Monferat manovra la trama con accortezza, affiancando a personaggi realmente esistiti ad altri di fantasia, come re Carol di Carpazia, i granduchi Romanov, Paul Richard il petroliere, Betty Marshall, l’attrice, Basil Algernon Fitz-Edwards l’agente segreto britannico, ecc. ecc., e riesce a creare un intreccio credibile e molto piacevole da leggere.
Per i lettori tengo a precisare che non ci furono né attentati, né esplosioni seguite dalle fiamme durante l’ultima vera corsa del Simplon-Orient-Express, avvenuta nel 1939.  Ma l’avventura è l’avventura…

 

 

Patrizia Debicke

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