L’uomo caduto dal tetto del mondo



ian pears
L’uomo caduto dal tetto del mondo
longanesi
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Torna Iaian Pears, autore inglese ben noto in Italia e, con un nuovo e avvincente romanzo, ci offre un compendio di spy story, intrigo finanziario e tragedia amorosa , riferito da tre voci narranti: Mattew Braddock il reporter, forse voce principale o, per lo meno filo conduttore, Henry Cort la spia britannica e John Stone, il protagonista, interprete di una saga drammaticamente avventurosa, che si snoda per quasi un secolo.

La storia, intrigante, prende l’avvio dalle esequie nel 1953 a Parigi di Madame Robillard, un tempo Lady Ravencliff moglie del celebre ma misterioso John Stone, Lord Ravencliff, magnate inglese a capo di una ingegnosa piramide finanziaria economica, di cui diventa poi la sua affascinante vedova.

Mattew Braddock , ormai anziano e arrivato conduttore radiofonico, intervenendo al funerale riceverà in lascito un pacco sigillato che gli porterà finalmente la soluzione del mistero della lontana morte di Lord Ravencliff.

Con tre flash back a ritroso nel tempo, seguiremo nel 1909 il diario dell’allora giovane cronista incaricato, alla morte del marito di Elisabeth Stone, Lady Ravencliff, splendida donna con passato turbinoso , di rintracciare un figlio sconosciuto. Ma Braddock sarà costretto a rinunciare al suo compito dopo giorni di sterili ricerche, costellate di morti, con lo spiritismo a fare da spauracchio e contrastate da un inafferrabile personaggio: Henry Cort.

E proprio Cort, seconda voce narrante, ci ricondurrà a Parigi nel 1890, confrontandosi con il nuovo capitalismo eticamente selvaggio e amorale perché qualunque cosa non proibita da una legge è lecita. E con lui assisteremo alla nascita della passione tra Elisabeth e John Stone.

Ma sarà solo la terza voce narrante, quella di John Stone, Lord Ravencliff, con la sua verità contenuta nel pacco per Braddock, che ci permetterà di chiarire tutti i perché e scoprire i terribili segreti di un passato lontano nascosto in una strana e putrescente Venezia del 1867.

patrizia debicke

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