Il collezionista di Apricale



ippolito edmondo ferrario
Il collezionista di Apricale
frilli
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Leonardo Fiorentini ha una doppia identità: fa l’investigatore privato e il gallerista a Milano. La sua terra d’adozione (e d’azione) è però la Liguria. Dopo l’indagine sul Pietrificatore di Triora, il personaggio creato dallo scrittore Ippolito Edmondo Ferrario è di ritorno, sempre in terra ligure. Più coriaceo e nostalgico del solito. Questa volta Fiorentini, giunto da Milano ad Apricale sulle tracce di una collezione di dipinti, si troverà, suo malgrado, a scoperchiare un vaso che in quanto a sorprese non è per nulla inferiore a quello della leggendaria Pandora: vecchi collezionisti di quadri, avvocati dal grilletto facile, appassionati di sesso sado maso e seguaci del Fuhrer…
Un’avventura da leggere tutta d’un fiato, scritta con ironia.
MilanoNera ha intervistato l’autore del romanzo.

Il protagonista del tuo romanzo, giunto alla seconda avventura, è Leonardo Fiorentini. Un investigatore e gallerista. Quanto c’è di te in Fiorentini? Quanto ti assomiglia?
In Fiorentini c’è molto, se non quasi tutto di me. Mi piace considerarlo il mio alter ego in tutto e per tutto, con una sola indifferenza che certamente gli invidio: quando la situazione lo richiede ricorrere alla pistola. Io purtroppo per il momento con Fiorentini mi devo accontentare di condividere solo Ia professione di mercante d’arte e la militanza nella destra. Certo, oltre alla Cittadinanza Onoraria conferitami dal Comune di Triora nel 2004, avrei gradito anche la licenza di uccidere, o perlomeno un distintivo di latta da sceriffo, ma ho dovuto accontentarmi della pergamena. Così lascio a Fiorentini il compito di elargire manganellate e pistolettate nelle sue tragiche indagini da dilettante allo sbaraglio. Un’altra cosa abbiamo in comune: l’insofferenza per l’apparenza e la superficialità di questa Milano da bere, che più che da bere mi sembra alla frutta. Siamo due che non si arrendono allo strapotere delle lobby, alla Milano multietnica, a quella dei grandi costruttori, alla Milano “terra di nessuno”. Naturalmente succede che poi quando i lettori 8pochi,ma buoni i miei) si affezionano a un personaggio tendono a identificare lo scrittore con lui…Ecco, vorrei sottolineare che la somiglianza è molta, ma non s’illuda il pubblico femminile che io sia un play boy da strapazzo. Sono felicemente accasato con prole. Un’altra curiosità che tengo a sottolineare, visto che mi è stato chiesto più volte, se io e Fiorentini condividiamo la stessa auto,l ‘Alfa Romeo Zagato: la mia riposa in garage come auto da collezione, ma personalmente preferisco spostarmi con mezzi più moderni.

Il tuo stile è molto simile a quello di Andrea Pinketts, al punto che il tuo Fiorentini e amico del “suo” Lazzaro Sant’andrea. Ci vuoi parlare di questo strano rapporto?
Con la parola strano spero che tu non abbia dei dubbi sulla virilità del rapporto…!!!Scherzo. Ti posso dire che certamente Andrea ha avuto un ruolo nella mia formazione di giallista anche se sinceramente parlare di “formazione” a altre parolone mi sembrano fuori luogo oltre che da pallone gonfiato. Mi sento uno che ha la fortuna di poter raccontare e pubblicare le sue amenità. Quello che mi piace di Andrea è la sua ironia, un’arma che secondo me in pochissimi anno quando scrivono.A questa non ho voluto rinunciarci. Al piacere truculento della violenza gratuita preferisco essere scambiato per un comico.E poi, detto fra di noi, non leggo noir, se non raramente, è un genere che non mi attira più di tanto. Ti chiederai perché allora ne scrivo…Semplicemente perché trovo il noir lo strumento più consono per raccontare la realtà che mi circonda e dire quello che penso. E’ senza dubbio la mia valvola di sfogo. Una cosa un giorno ha detto Andrea ne la quale mi rispecchio: scriviamo perché siamo infelici.

Perché tu milanese ambienti tutti i tuoi gialli in Liguria. Prima a Triora ed ora ad Apricale?
La mia per la Liguria è un po’ un’ossessione. La Liguria è stata la camicia di forza della mia ispirazione, la mia musa che mi ha incatenato a sè per due libri. La prigionia letteraria però è finita. Fiorentini, ed io, non siamo tipi da lunghi sodalizi soprattutto quando il panorama culturale (mi riferisco a quello ligure, inteso come case editrici, manifestazioni ecc) è praticamente defunto. Roba da necrofili. Così a breve ci sarò un bel cambio di direzione!

Progetti per il futuro? So che hai qualcosa pronto “nel sotterraneo”…
Molti, moltissimi, forse troppi. Finirò per avere un esaurimento. Ti posso dire che a febbraio 2008 uscirò insieme allo speleologo Gianluca Padovan con il libro “Milano sotterranea e misteriosa” per Mursia editore. Un saggio davvero curioso,ma soprattutto molto serio sul patrimonio di cavità artificiali che rimangono sotto la città e che i milanesi ignorano completamente: sotterranei, pozzi,cunicoli, catacombe, ricoveri antiaerei.
Naturalmente sto scrivendo la terza avventura tutta milanese di Leonardo Fiorentini e proseguo nell’attività di giornalista per il quotidiano Il Secolo d’Italia. Altre cose sono in cantiere.

paolo roversi

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