Gli strani casi del club 22 – Francesco Pinto



Francesco Pinto
Gli strani casi del club 22
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Il club 22 di Napoli è ad inizio anni sessanta uno di quei locali dove è possibile far tardi, bevendo dell’ottimo champagne e gustandosi interessanti spettacoli di cabaret o di musica.

Il locale è frequentato abitualmente da una clientela della classe sociale medio alta proveniente un po’ da tutta Italia, uomini d’affari in trasferta perlopiù, ed anche da stranieri, francesi e americani.

Fra i tanti clienti che circolano nel club ultimamente ve ne è uno che il titolare ed i suoi dipendenti non hanno messo bene a fuoco, napoletano di bella presenza, curato ma con un atteggiamento ambiguo, isolato sempre in disparte con una faccia scura ed ombrosa, inizialmente non riscuote le simpatie del personale, ha l’aria del gufo, di uno che porta sfiga.

In realtà è Giovanni Ramaglia, ingegnere dell’Italsider di Bagnoli, di recente licenziato dall’azienda e con moglie e due figli a carico.

Il suo ingiusto allontanamento dall’Ilva è il motivo della sua nera aurea che si porta dietro e dei suoi malumori; il personale del club 22 viene sensibilizzato dal fatto e si propongono di aiutarlo.

In una Napoli ancora priva del caotico traffico di auto dei tempi nostri ma non necessariamente meno complicata Sam, Natascia, Lucy e il signor De Angelis si sdoppiano di professione ed oltre a far spettacolo si travestono pure da paladini della legge.

Ci ritroveremo a far i conti con una furente lotta di classe all’Italsider, con padroni disonesti e senza cuore, strozzini, un fratello malvagio ed interessato solo ai soldi e tanti troppi dubbi che sorgeranno di continuo cercando prima di restituire il posto di lavoro come ingegnere dell’Ilva a Giovanni Ramaglia e successivamente fare luce sulle oscure vicende che hanno portato alla  sua prematura dipartita, suicidio o omicidio?

Il club 22 di Francesco Pinto è un luogo che rende giustizia ad una Napoli infestata da criminalità e mancanza di rispetto verso il genere umano, i suoi dipendenti si elevano al ruolo di protettori dei diseredati, degli sfruttati e di tutti coloro che vivono vite misere.

Come è classico da sempre a Napoli ed un po’ in tutto il sud Italia si alternano miseria e nobiltà ed un tocco di estro per fare da contraltare ai tanti problemi.

Una lettura piacevole.

Gianmarco Andreuccetti

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