Non fare domande



Sophie Hannah
Non fare domande
Garzanti
Compralo su Compralo su Amazon

Presenza abituale in casa Garzanti, Sophie Hannah, l’indiscussa regina del thriller psicologico inglese, torna a essere pubblicata dalla prestigiosa casa editrice che ne ha portato in Italia le indagini della riuscitissima coppia di detective – nonché moglie e marito – Charlie Zailer e Simon Waterhouse,
Con Non fare domande l’autrice anglosassone si stacca dalla sua serie più famosa e propone un romanzo autoconclusivo dalle inusuali fattezze, ma che non tradisce le consuete prerogative della sua scrittura: arguta indagine dell’animo umano, sottili giochi mentali, sfumato e inafferrabile confine tra verità e menzogna.  Ed è il potere controverso  dell’ambiguo rapporto tra realtà e finzione che marchia le pagine di  A Game for All the Family – titolo originale di questa nuova prova letteraria della Hannah – che, proprio nella forma non tradotta, racchiude con incisiva efficacia l’essenza dell’incalzante sfida psicologica con cui il lettore dovrà confrontarsi, mentre l’imperativo della traduzione  italiana – Non fare domande –  suggerisce, per contrasto, una suggestione quasi provocatoria, tanto è improbabile arginare il fiume degli interrogativi che investiranno chi  decidesse di affrontarne la lettura.
Sophie Hannah gioca: gioca coi suoi personaggi, circuisce le menti dei lettori con l’astuzia di chi conosce il mestiere. La sua è una strategia infida in cui la tensione è amplificata dall’avvicendarsi di razionalità e (forse?) delirio, che prendono forma nell’avvincente altalena rappresentata da una realtà tangibile – quella vissuta dall’io narrante della storia, la protagonista Justine –  e dall’apparenza di una finzione che sembra rifiutare i panni dell’illusorietà percorrendo le vie della verosimiglianza e della credibilità.
Tutto inizia dopo il trasferimento della famiglia  Merrison a Speedwell House, affascinante dimora che si staglia nel riposante paesaggio collinare del Devon: è qui, che Justine, alla ricerca di pace e tranquillità, vuole riappropriarsi di una dimensione da tempo perduta a causa dei troppi impegni lavorativi. È l’agognata possibilità di non fare Niente ciò che la protagonista rincorre e sembra che la nuova sistemazione possa realizzare i suoi desideri, ma una serie di casualità iniziano a stravolgere i suoi progetti di serena permanenza: dapprima l’inquietante sensazione che il compito di letteratura svolto dalla giovane figlia Ellen – una storia di omicidi ambientata proprio a  Speedwell House – possa essere qualcosa di più di una semplice opera di fantasia, poi la constatazione del cambiamento dell’adolescente – diventata più introversa e sfuggente – e non ultimo il susseguirsi di alcune telefonate anonime e minacciose che le intimano di tornare a Londra.  Ed è proprio la voce sconosciuta della sua interlocutrice a trascinarla in un enigma dai contorni spiazzanti e quando la donna la chiama col nome di una delle protagoniste del giallo scritto da Ellen l’incubo si fa reale e le domande si affollano senza sosta.
È il folle vaneggiamento di una mente disturbata ciò che si nasconde dietro quelle telefonate? Quanta verità è presente nel mistero narrato dalla figlia? E come la ragazza è venuta a conoscenza di questa storia?
Non è più il momento di temporeggiare e diventa necessario agire per venire a capo di questa intricata matassa di eventi prima che gli angosciosi avvertimenti possano divenire qualcosa di più che vaghe minacce di morte.
Con Non fare domande l’autrice ordisce una trama insolita che si muove tra la rassicurante concretezza di ciò che appare e le sinistre impressioni di ciò che, invece, si mimetizza sotto quanto si mostra alla vista: con un approfondimento psicologico che non lascia nulla al caso la Hannah conduce il lettore verso un finale inaspettato e la cui marcata componente noir ribalta ogni certezza.

Mariella Barretta

Potrebbero interessarti anche...