Madre, moglie, amante, collega, sorella, amica. Una donna è poliedrica e il ruolo di madre, un tempo confinato in casa, sconfina oltre. La domanda, intorno a cui ruota il romanzo, è “fino a che punto può arrivare l’amore?” Lisa, una donna in bilico tra una famiglia, un lavoro in un canile e un rapporto obsoleto con un marito distratto, si trova al centro di una tragedia. Lucinda, la figlia tredicenne dell’amica Kate, sparisce mentre era sotto la sua custodia. Un momento di distrazione e la ragazzina scompare nel nulla. Gli indizi portano a far pensare che sia trattato di un pedofilo che aveva adescato un’altra adolescente nella stessa zona ma per Lisa, che aveva preso l’impegno di controllare la ragazzina, inizia un lungo calvario, presa di mira dall’opinione pubblica e attaccata dai suoi stessi inevitabili sensi di colpa. Ma fidarsi delle apparenze può essere un errore e quella che sembrava una famiglia perfetta (quella di Kate), senza scheletri o risvolti oscuri, si rivela un ricettacolo di ipocrisie sotto la sonnolente veste della vita di provincia. D’altronde, a vizi privati corrispondono spesso pubbliche virtù e la polvere sotto il tappeto non si vede quasi mai.
Da quando sei scomparsa
Bea Buozzi