Ricatto



James Ellroy
Ricatto
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Freddy Otash faceva schifo. Oggi scrive la sue memorie è almeno ha la malagrazia di non inzuccherare lo sconcio dentro cui inzuppava le sue giornate. Prima poliziotto della sezioni omicidi e rapine, poi investigatore privato e informatore, era la quintessenza della corruttibilità, del ricatto, delle estorsioni e della vendetta violenta. Non pensava ci fosse un altro modo di vivere ed era naturale che il mondo, soprattutto quello dorato di Hollywood, fosse lì proprio per essere spremuto senza star troppo a pensarci. Se la celluloide creava miti che ingrossavano le tasche di grano, perché non poteva farlo lui. In fondo le due parti giocavano lo stesso gioco. Lui forniva le prove, vere o artefatte non stiamo troppo a sottilizzare, Confidential pubblicava, il pubblico leggeva e il Cinema, quello con l’iniziale maiuscola, era sempre acceso e sold out. In fin dei conti, Los Angeles non è la sorella con le gambe aperte e il naso che tira su della notturna Las Vegas? E poi c’è questo strano personaggio che si è presentato come scrittore, tale James Ellroy, che per leggere una storia del genere è disposto a sganciare tanti bigliettoni verdi. La vecchiaia, i glory days che ritornano, il profumo del dollaro, la possibilità recondita ma esistente di riabilitare la propria anima. Via con le memorie… Racconto lungo o romanzo breve (anche se propenderei più per il primo che per il secondo), Ricatto è la prova che nella vena di James Ellroy scorre sempre sangue sano. Lettura veloce, d’accordo, ma il prototipo dell’universo a cui ci ha abituato lo scrittore californiano c’è tutto. Con in più quel profilo di divertimento che nelle ultime corpose prove era stato dimenticato per riuscire a mettere a fuoco meglio il Potere e i suoi gangli più vitali. Ora, in attesa della prossima trilogia sulla California negli anni di Pearl Harbour che dovrebbe venire alla luce il prossimo anno col primo episodio, Perfidia, godiamoci la grandezza di questa miseria al cubo, raccontataci nel giro di un’ora col ritmo di un martello pneumatico da un vecchio che alla fine al limite ci chiede se glielo teniamo mentre lui tenta di pisciare.

Corrado Ori Tanzi

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