Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio



Amara Lakhous
Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio
E/o
Compralo su Compralo su Amazon

Amara Lakhous, vive a Roma dal 1995 e si è laureato all’ombra della Lupa in antropologia culturale, poi la stesura di questo romanzo che venne dato alle stampe nel 2003 in Algeria con il surreale titolo: “Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda”.
Le edizione e/o fiutando l’eccezionalità dell’opera lo propongono ora nella collana Assolo con questo titolo volutamente provocatorio e canzonatorio “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio”.
Difficile contestualizzare questo romanzo in un genere letterario ben definito, non ha i toni dell’austero libro denuncia contro un certo razzismo serpeggiante nella società italiana, non è nemmeno un giallo con inseguimenti, morti ammazzati con crudeltà, traffici internazionali di armi e stupefacenti, e non è nemmeno una storia di luoghi comuni sugli immigrati.
E’ forse più una ricognizione sincera su di un microcosmo culturale composito che è portato ad affrontare un avvenimento criminoso attorno al quale si svolge un interessante e divertente confronto di etnie diverse.
Si nutre della linfa un pò pettegola delle varie “confessioni” che animano il racconto al centro del quale c’è un bullo prepotente che si fa chiamare “il gladiatore” morto ammazzato e senza la consolazione di essere vittima rimpianta.
Viene da subito indicato il sospettato numero uno e tutto il romanzo ruota attorno al tentativo di scagionare il malcapitato attraverso le accorate storie dei suoi vicini di casa.
Quindi un mistero da svelare c’è, ma ben presto la ribalta della storia la prendono i vari personaggi che raccontano con dovizia di particolari la loro esperienza , la loro personalissima Roma fatta di ascensori a loro preclusi e nazionalità stravolte, stranieri sempre, anche se fintamente integrati.
Quanta amarezza in certi risvolti di vita quotidiana, un sentimento di smarrimento e di vergogna si impadronisce del lettore che si ritrova a ridere di incomprensioni profonde tra varie etnie, di incresciose lacune culturali italiane che negano dignità a coloro che arrivano nel nostro paese, trattati il più delle volte come intrusi.
Anche il lavoro “sicuro” che di solito è una argomentazione forte perché uno straniero si possa sentire accettato non mette al riparo da piccole angherie e maldicenze.
E allora ti accorgi , ripercorrendo le vite dei vari personaggi, che non è poi tanto questione di provenienza geografica o fede religiosa ad inquinare il sentire ottuso di questa piccola ma significativa comunità da condiminio , è soprattutto la paura che non vi sia più una identità riconoscibile, quella da cortile, dove tutti sanno tutto perchè i segreti degli italiani sono sempre gli stessi e invece quelli degli stranieri sembrano avere un codice diverso che fa paura, che mette tutto in discussione.
Libro non convenzionale e pirotecnico, perché mette sul piatto delle tematiche scottanti con una leggerezza mai scontata, un’incalzante ricerca della verità nel labirinto di questo condominio multietnico, inserito a sua volta in un quartiere che è incrocio di nazionalità diverse.
Il noir è anche questo, lucida analisi di chiacchiere di quartiere che, degenerando, diventano incubi, paure sottili che si tramutano in aggressività, sguardi ostili e parole malevole unite a credenze popolari che, mese dopo mese, additano un colpevole e lo condannano senza veri motivi.
Tutto tragicamente all’ordine del giorno e alla ribalta della cronaca quotidiana.
Un finale tutt’altro che consolatorio lascia storditi e attoniti, il morto in questione non lo piangerà nessuno, poiché fin dalle prime pagine appare un farabutto inutile e piuttosto losco, le vere ferite morali sono quelle, difficili da curare, di un processo degenerativo della società italiana, di una sua ostica resistenza al cambiamento, e di una rabbia soffocante che da Piazza Vittorio ahime si propagherà senza fine altrove di condominio in condominio.
Un libro da proporre ai giovani lettori perché, attraverso la lente del mistero da risolvere e dell’agile, brillante e comica narrazione, vedano una realtà che forse in futuro avranno la volontà e la voglia di modificare.

Alessandra Anzivino

Potrebbero interessarti anche...