Sola nell’auto



Patrizia Calamia
Sola nell’auto
Bertoni
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Sola nell’auto
Nell’alba lattiginosa di Firenze il cadavere di una ragazzina di 12 anni viene ritrovato nell’auto del padre. Sul corpo una traccia biologica che riconduce direttamente all’assassino. Quando la prova del DNA dimostra che la traccia biologica appartiene al padre, il caso sembra risolto. Ma l’ispettore Monica Quanti non è d’accordo. Sembra tutto troppo scenografico, l’auto del padre, la ragazzina adagiata all’interno, e quella traccia biologica inconfutabile sembrano quasi un messaggio in codice, un monito che il vero assassino sta lasciando agli investigatori. Cosimo Cavaliere, commissario e capo della squadra omicidi decide di fidarsi di Monica, che ha alle spalle studi di psicologia e criminologia. Monica scava negli archivi ed individua altri casi analoghi, figlie adolescenti uccise dai padri e ritrovate all’interno delle loro auto. Ma parlare di serial killer a Firenze, dopo la vicenda del Mostro e dei suoi compagni di merende non è facile, risveglia fantasmi che popolano ancora gli incubi, non solo negli investigatori, ma anche nell’opinione pubblica, plagiata ancora una volta da titoloni sui giornali. Eppure quella traccia biologica inconfutabile, presente in tutti i casi, non si riesce a spiegare. Ma Monica Quanti non si arrende, è caparbia, è a sua volta madre di un’adolescente e vuole dimostrare che i padri non uccidono le figlie, non in modo così premeditato e analitico, dove nulla è lasciato al caso. Inizia così un lavoro di profiling per riuscire ad individuare chi c’è dietro ai delitti e che messaggio sta cercando di lasciare.
Sola nell’auto
è un thriller psicologico con una trama serrata, studiata e per nulla scontata, che inchioda il lettore fino alle ultime pagine, fino all’ultima dolorosa parola. Patrizia Calamia racconta le ripercussioni e le ossessioni che possono trascinarsi nell’età adulta, quando l’infanzia viene negata. Il tutto stemperato dalle vicende personali degli investigatori, quasi un regalo che ci fa la scrittrice per darci modo di tirare fiato dalla storia, di abbassare leggermente l’adrenalina e magari anche di sorridere su uno scambio di persone, senza mai diventare noiosa.

Lucia Cristiano

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