Sordide note infernali



mistretta
Sordide note infernali
todaro
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Il commissario Angelo “Gelo” Duncan, soprannominato mastino per la sua implacabilità, si ritrova alle prese con un serial killer di giovani donne. L’omicida viene prontamente ribattezzato Budello Insanguinato per la disdicevole abitudine di sgozzare le proprie vittime, cingere loro il collo con una minugia e poi attardarsi sul luogo del delitto per suonare il violino: le sordide note infernali che danno appunto il titolo al romanzo. La sua follia però non si ferma qui. Sin dall’inizio, infatti, lancia il guanto di sfida, sotto forma di enigmi da risolvere, al commissario Duncan nei confronti del quale cova un cieco rancore.
Il romanzo di Mistretta, tuttavia, non si esaurisce solo in questo dualismo. C’è il rapporto affettuoso del commissario con la moglie incinta, l’indulgenza dello stesso nei confronti della propria squadra di collaboratori, e poi c’è la Sicilia, terra d’origine dell’autore. I colori, i paesaggi, i profumi dell’isola, a tratti prepotenti, sono solo sagome sullo sfondo della vicenda criminale. La descrizione dei luoghi serve all’autore per rallentare il ritmo; un intermezzo offerto al lettore per riprendere fiato fra una scena e l’altra, prima della scarica adrenalinica finale.
Mistretta con un italiano sicuro, preciso e mai volgare, scrive come un giallista d’altri tempi, senza mai abbassare il tono e senza pietà, nemmeno per il proprio protagonista. (paolo roversi)

Roberto Mistretta – Sordide note infernali – Todaro GIUDIZIO:

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