L’età dell’oro – Leo Giorda



Leo Giorda
L’età dell’oro
Ponte alle Grazie
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Di Woodstock, alias Adriano Scala, si sentirà parlare probabilmente a lungo. Il maestro elementare-detective uscito dalla penna di Leo Giorda trascina il lettore di L’Età dell’Oro (Ponte alle Grazie, 256 pagine) in un’indagine mozzafiato delineando un personaggio che condensa diversi tratti di altri grandi protagonisti della letteratura noir del passato e del presente. Woodstock ha la predisposizione deduttiva dello Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, il gusto nel fumare erba per riflettere meglio come Rocco Schiavone di Antonio Manzini, una vita sentimentalmente precaria come Carlo Alberto Marchi di Gigi Paoli. 
In L’Età dell’Oro il nostro Woodstock, licenziato dalla scuola elementare dove lavorava come insegnante per aver ammesso di fumare erba, si ritrova a dover accettare di indagare sul suicidio di una giovane ereditiera annegata nelle acque di Sperlonga. Dalla Capitale, o meglio, dal Pigneto, Woodstock parte insieme all’ex vicequestore Giacomo Chiesa, compagno di avventura occasionale ma quantomai provvidenziale, per immergersi nell’antico culto di Saturno, frequentare la movida agropontina, scandagliare abitudini, preoccupazioni, ansie e problematiche dei giovani ma anche dei loro genitori per arrivare alla risoluzione finale del caso che lascia il lettore senza parole.

Una risoluzione che arriverà solo dopo tre giovani suicidi che hanno dato la motivazione, la forza a Woodstock di sporcarsi ancor più le mani per regalare ai lettori un’indagine perfettamente orchestrata dall’autore Leo Giorda, 29 anni e tanto tempo davanti per regalare a Woodstock altri casi su cui indagare. Ovviamente a modo suo. 

Daniele Bonetti

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