Tempi difficili – Les Edgerton



Les Edgerton
Tempi difficili
Elliot
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Amalia è un’adolescente che vive in una cittadina di provincia del Texas negli anni Trenta. La sua esistenza non è facile e pur essendo una delle più brave a scuola il padre le impone di lasciare gli studi e di andare a lavorare i campi con lui. Il suo futuro può essere solo di donna sposata e succube del marito. Amalia però incontra Billy un coetaneo venuto ad abitare lì vicino nelle vacanze. Tra i due è amore a prima vista ma il destino di Amalia è segnato. Arnold Critchin, un suo ex compagno di scuola, abusa di lei e il padre la costringe a un matrimonio riparatore. Inizia così l’inferno di Amelia assieme a un marito violento e alcolizzato e con la passione dell’allevamento dei cani da caccia. Quando Arnold finisce in carcere Amalia si ritrova da sola con cinque figli, senza cibo e una muta di cani affamati. Dovrà prendere delle decisioni difficili e cercare di sopravvivere…
Il libro è crudo, impietoso e non è facile seguire le vicende di Amalia: l’infrangersi dei suoi sogni adolescenziali, l’adattarsi a una vita da schiava, l’istinto materno estremo, la rabbia covata per lunghi anni.
Le figure di donna che la circondano seguono un lento ma preciso percorso di emancipazione. La protagonista è stretta tra la madre che le insegna la rassegnazione e la figlia che vuole ribellarsi al padre padrone. D’altro canto gli uomini attorno a lei, il padre, il suocero, il marito sono poco più che bestie insensibili. Solo Billy le porta un raggio di luce e speranza e assieme a lui Lucius il fuggiasco che non esita a rischiare la propria vita e la propria libertà per aiutarla.
Le condizioni di vita di Amalia, la sua sottomissione fisica e psicologica sono raccapriccianti e il racconto procede comunicando un’ansia e una rabbia che crescono di pagina in pagina fino a sfociare nella catarsi finale.
Il mondo in cui vive Amalia è un mondo chiuso, gretto che non dà scampo né alle donne né a chi non è bianco. La società è nettamente divisa in classi e sottoclassi che non hanno nessuna possibilità di evolversi e chi tenta di infrangere le regole è lasciato ai margini.
Il percorso psicologico di crescita di Amalia è lento e la forza di ribellarsi arriva solo quando è messa in pericolo la sua sopravvivenza e più ancora quella dei suoi figli.
Il romanzo, breve e intenso, mostra quali erano le condizioni di vita nella campagna americana tra le due guerre. La società era stretta da una crisi economica e da una ingessatura all’interno dei valori “tradizionali”. La donna era una proprietà del padre prima e del marito poi, nata unicamente per essere moglie e madre. La scuola era vista come un elemento superfluo non solo per le ragazze ma anche per i ragazzi destinati tutti ad ereditare i campi di cotone, grano o canna da zucchero.
In questo contesto le figure di Amalia e Lucius rappresentano il punto di svolta verso una nuova società più aperta e libera, l’embrione del cambiamento che verrà.

Cristina Bruno

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