Il Francese – Massimo Carlotto



Massimo Carlotto
Il Francese
Mondadori
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Difficile scriverne. Non perché non ci sia nulla da dire al riguardo. Piuttosto perché le cose da dire sarebbero talmente tante che anche solo capire da dove cominciare potrebbe non essere affatto semplice. Probabilmente anche perché queste pagine richiedono tempo. Per riflettere. Fare ordine. Soprattutto quando, una volta girata l’ultima, si esce (solo momentaneamente si spera) dalla vita del Francese.   

Talmente spiazzante, coinvolgente. Nei mondi che esplora. Nelle riflessioni che impone. Nello sguardo che proietta sulla nostra società. Il perbenismo imperante. Le perversioni e gli istinti peccaminosi che le soggiacciono: “Tutti hanno desideri sessuali inconfessabili ma non tutti hanno il coraggio di pagare per esaudirli; molti si rassegnano a fingere di essere normali mentre si sentono morire perché non riescono a godere come vorrebbero”.   

Forse si potrebbe cominciare proprio da qui. Da quanto queste pagine riescano a dire del mondo di oggi. Del moralismo spicciolo che lo pervade. E di come appaia differente, a seconda di come lo si guardi. Se con gli occhi di Toni Zanchetta alias il Francese, il “pappone a sonagli”: uno che “ha fatto i soldi con la figa” e quindi meritevole di disprezzo per quei benpensanti che sono i primi a rivolgersi a lui e alle sue mademoiselles per soddisfare i loro più reconditi appetiti sessuali. Se con gli occhi di un direttore di banca vigliacco e opportunista, uno apparentemente “rispettabile” data la buona posizione sociale nonostante si porti alle spalle anni di truffe a danno dei propri clienti. Se con gli occhi di una delle mademoiselles del giro del Francese: ragazze madri, studentesse, commesse attirate da guadagni facili, anche solo per arrivare a fine mese. Lontano dagli occhi, anche qui, di chi le conosce.   

Occhi che raccontano di doppie vite. Di facciate e convenzioni sociali. Di mariti e padri che amano vestirsi da sposa e fare sesso con giovani signorine. Di mènage à trois e torbide relazioni tra donne facoltose e uomini poco raccomandabili. Fino a quando qualcosa nel gioco si rompe. E la sparizione di una delle mademoiselles porta alla luce quel marciume che il bigottismo e l’ottusità sociale impediscono di vedere. Qui a prendere il sopravvento è la vita nella sua ineluttabilità: davvero impossibile anche solo immaginare quali contorni finirà per assumere quella che, almeno inizialmente, non sembra essere altro che una scandalosa vicenda di provincia. In un Veneto sempre più segnato dalla crisi e dagli effetti del crac delle banche popolari, dove “basta pagare” per ottenere qualcosa: “La magia del contante. E pensare che qualche mona vorrebbe farlo sparire. Ti immagini cosa succederebbe dalle nostre parti? Si fermerebbe tutto”.   

Da scriverne ce ne sarebbe ancora. Di come ad esempio queste pagine riescano a fotografare efficacemente l’evoluzione della criminalità nel Nord Italia e le correlazioni sempre più strette tra malavitosi e comunità locali. E ancora si potrebbe scrivere delle pizzerie frequentate da milf a caccia di sesso, luoghi particolarmente cari al Francese. Forse però per rendere l’idea di quanto anche questo ennesimo lavoro di Massimo Carlotto meriti davvero non servono molte parole ma poche, semplici e chiare: lunga vita al Francese! 

Giulio Oliani

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