The invisible – Bo Svernström




The invisible
Longanesi
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Dovessimo definire questo romanzo thriller con un’idea, lo potremmo paragonare a una tela. Nello specifico, alla famosa tela di Penelope. Perché proprio quando si sta finalmente arrivando a capire qualcosa dell’intreccio, ecco che le fibre si mescolano e tutto torna da rifare. D’altra parte, il sottotitolo è ciò che non vedi ti può uccidere, per cui siamo in un certo senso legittimati a lasciarci progressivamente stupire.

L’autore ha lavorato come cronista di nera in una delle maggiori testate svedesi. Nel suo modo di tenere legato il lettore è compresa tanta azione, con una prosa prettamente cinematografica. Pubblicato da Longanesi nell’agosto del 2022, The invisible arriva a proporre dopo i successi di Victims e Games, non soltanto un’indagine serrata, portata avanti da una squadra che ormai abbiamo imparato ad amare, ma anche importanti temi ecologisti sensibili alla salvaguardia dell’ambiente e degli animali.

Carl Edson è il commissario che si trova a indagare su un’insolita scena del delitto. Il dirigente di una nota compagnia mineraria svedese viene ritrovato con la gola tagliata, in una casa al mare disabitata dove era stato sequestrato. Sicuramente il rapimento è opera di estremisti fissati con l’ecologia, molto attivi in zona. Quando però sul luogo arriva tutta la squadra, Carl noterà alcune anomalie. I corpi senza vita in quell’abitazione sono addirittura tre, anche se uccisi con modalità diverse. E nell’armadio della stanza dove è avvenuto lo sgozzamento, viene scoperta una donna sporca di sangue ma viva. Edith Ekholm, così dice di chiamarsi, è l’unica testimone. Il caso potrebbe risolversi dunque in fretta, se l’autore non avesse pensato di porre un ulteriore ostacolo: Edith è cieca. Non ha visto nulla e può riportare unicamente delle sensazioni.

La vicenda si dipana tra le testimonianze di Edith, drammatiche però magnetiche, in quanto fanno riferimento alla sua infanzia grama (gli stralci senza dubbio più avvincenti!), e quel che dicono di lei le persone che la conoscono. Tanto che in un susseguirsi di dichiarazioni, smentite e bugie, diventa difficile tenere il punto e percepire la realtà.

Quando però Edith scompare dall’alloggio che la polizia aveva messo a sua disposizione, per proteggerla, viene a galla una versione diversa dei fatti. Perché lei era in quella casa? Che ruolo ha avuto? Chi ha ucciso quella gente?

Bo Svernström analizza il male, fatto a se stessi e agli altri, che porta sempre a conseguenze nefaste. A un punto di non ritorno dove la sofferenza forgia il carattere e rende insensibili. E questo principio può essere applicato a diversi personaggi che ruotano attorno alla vicenda, non solo all’assassino. Sviscerando la psicologia del crimine, l’autore ci rende consapevoli che non possiamo mai in realtà fidarci di qualcuno. Perché il prossimo ci inganna, mente, si dipinge diverso da quel che è. Tutti noi, in realtà, lo facciamo. Nessuno escluso.

Fra le pagine scatta così la sfida. A chi legge spetta il compito di mettere a posto i vari tasselli di un thriller avvincente, che si fa divorare dall’inizio alla fine. Ed è perciò consigliato.

Cristina Biolcati

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