Un cadavere giustiziato accanto all’albero “dell’impiccato”, una pistola che non dovrebbe esistere che invece spara ancora e che rimanda a altri omicidi tutti legati a un eccidio nazista, e un dossier scottante che qualcuno ha interesse a mantenere segreto. Testimone muto di tutto un paese fantasma, sepolto dalle acque di un lago artificiale che riemerge solo all’apertura della diga, riportando a galla la sua storia.
Una storia mai dimenticata, perché il dolore non si cancella ma rimane conservato nella memoria, pronto a tornare.
Questo lo scenario della seconda avventura del commissario Casabona. Un uomo profondamente attaccato al proprio dovere di uomo di legge, ma conscio anche che verità e giustizia non sempre combaciano. Idealista, un “coglione idealista” per i detrattori, uomo giusto, non immune a debolezze, il commissario Tommaso Casabona si riconferma un personaggio interessante dopo il felice esordio di “Ogni giorno ha il suo male”. Fusco riesce anche questa volta a costruire una storia credibile con solidi appigli alla realtà, evitando con apprezzabile cura di cadere in lunghe pagine procedurali o descrittive, mantenendo vivo ritmo e interesse fino all’epilogo e riuscendo, oltre alla godibile trama gialla, a proseguire nella progressiva costruzione del personaggio del commissario, del quale in questo romanzo traspare in un paio di punti anche un certo piglio ironico.
La pietà dell’acqua
Cristina Aicardi