Nell’oblio



Federico Axat
Nell’oblio
Longanesi
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Scorrendo la biografia di Federico Axat stentavo a credere a quel che leggevo. Ma come? Ha quarantaquattro anni e non ventisette come John Brenner, il suo protagonista? E vive in Argentina e non nel New England, dove è ambientato il romanzo? Tutto questo per dire che Federico Axat possiede l’indubbia dote della credibilità, tanto più sorprendente quando si consideri la complessità dell’intreccio e la profondità psicologica dei personaggi. Lungo le oltre quattrocento pagine di Nell’oblio  con voce sempre ferma, l’autore racconta una storia sorprendente di “monovolumi immaginarie, cadaveri che appaiono e scompaiono e fotografie che cambiano come per magia”, senza mai perdere, e qui sta l’incredibile, la fiducia e l’empatia del lettore. John Brenner, il suo protagonista, è un giovane e brillante scrittore di libri per l’infanzia, eppure nella sua vita nulla va per il verso giusto. Padre separato, non riesce a occuparsi di sua figlia come dovrebbe. Anche il lavoro è a un punto morto, la classica crisi creativa, e la dipendenza dall’alcool, pur con il supporto degli Alcolisti Anonimi, resta un demone da affrontare ogni giorno. John forse non ha mai superato la morte tragica di entrambi i genitori: Silvia, la madre affetta da una malattia incurabile, è stata uccisa dal padre molti anni prima, per pietà e per troppo amore, e lui poi si è sparato in carcere. Gli resta solo il fratello maggiore, Mark, la sua roccia, fondatore della Meditek, un avveniristico laboratorio di ricerca farmaceutica che fa gola a molti. Un brutto giorno John si sveglia accanto a una bottiglia di vodka, vuota, con i peggiori postumi di sbornia che abbia mai patito, e accanto al cadavere di una ragazza uccisa a colpi di pistola.
Il romanzo si apre così, gli occhi del protagonista sbarrati per l’incredulità di aver potuto compiere quel gesto, una scena che pare ricalcare le sequenze iniziali de Il mattino dopo, il giallo serrato girato d Sidney Lumet nel 1986, con Jane Fonda e Jeff Bridges. Anche John come l’attrice nel film non ricorda nulla, non sa chi sia quella ragazza che ora giace cadavere nel suo salotto e sente di precipitare in un incubo. Come in ogni situazione critica della sua vita, chiama in soccorso il fratello che arriva puntualmente o, forse, troppo presto. Impossibile raccontare altro di una trama che subisce a ogni pagina inaspettate deviazioni di percorso e rivelazioni sorprendenti, mentre i personaggi principali abbassano la maschera per mostrare volti inattesi. Tutti, senza eccezioni, prigionieri forse di una scelta che affonda nel passato e continua a condizionare il presente. E tutti umanissimi e, dunque, non condannabili. A cominciare da John, nei confronti del quale manteniamo intatta, pagina dopo pagina, la fiducia che non sia lui il colpevole. Gli indizi lo accusano, gli rema contro quel suo vizio di annegare nell’alcol il male di vivere, eppure la nostra empatia non cede di un passo.
Federico Axat, lo dicevo in apertura, possiede il dono della semplicità, grazie al quale riesce a condurci, con stile piano e privo di effetti speciali, attraverso “un castello fragile che rischia di sgretolarsi in un secondo, pieno di stanze e passaggi segreti, carico di domande e di rimproveri”. Il patto di credibilità con il lettore lui lo mantiene saldo, pur in uno svelamento continuo che non si arresta neppure all’ultima pagina. Ci sorprende Federico Axat, di continuo, anche quando nella nostra vanità di lettori consumati crediamo di aver capito tutto. E in modo speciale ci sorprende per aver saputo affrontare, in un romanzo dal plot esplosivo, temi di fine introspezione psicologica, quali le dipendenze, la paternità precoce, la perversa dinamica dei rapporti famigliari.
La sua è, infatti, una inaspettata e credibile semplicità.

FEDERICO AXAT è nato a Buenos Aires nel 1975. Laureato in ingegneria civile, ha lavorato per anni in America Centrale.
Scrive da sempre per passione. Nel 2012 ha pubblicato con Sperling & Kupfer Benjamin, ma è con Un altro da uccidere (Longanesi, 2016) che ha saputo creare un vero e proprio caso editoriale, uscito in 35 paesi. Nell’oblio diventerà presto anche una serie tv.

Giusy Giulianini

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