Un biglietto per l’aldilà



andrea mingardi
Un biglietto per l’aldilà
pendragon
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Come si fa a staccare “un biglietto per l’aldilà” e riuscire a tornare indietro?

Chiedetelo ad Andrea Mingardi, musicista abile con la penna così come con la chitarra, che, ispirandosi ad una storia realmente accaduta, riesce a confezionare un giallo di pregevole fattura sia a livello di scrittura che di costruzione della trama e dei personaggi.

Chiedetelo al protagonista, Stefano Romanini: marito quasi sempre devoto, padre affettuoso e presente, brillante avvocato con una causa importante fra le mani – l’affondamento ritenuto doloso di una nave da carico di proprietà di un losco armatore – dall’esito positivo quasi scontato. Quasi, appunto. Perché in un giorno accade l’impensabile: l’avvocato, senza apparente motivo, entra in coma e la sua borsa, contenente le uniche copie delle prove processuali, sparisce misteriosamente. E non è l’unica cosa a sparire: alcuni testimoni chiave diventano irreperibili, altri muoiono in dubbie circostanze, e provvidenziali incendi distruggono le residue prove cartacee.

Risvegliatosi dopo mesi, alle prese con una lenta ed improbabile ripresa, l’avvocato si ritrova così abbandonato da tutti. Solo la sua famiglia, due cari amici e un principe del foro decaduto in cerca di rivalsa lo sostengono nel difendersi dall’infamante accusa di aver inventato prove false. Inizia così una guerra che vede coinvolti armatori senza scrupoli, investigatori privati, immigrati clandestini, pericolosi sicari. La posta in gioco è altissima: soldi, tantissimi soldi. E la vita di un uomo e della sua famiglia, che tra speranze e angosce si ritrova più che mai unita anche nei momenti più difficili in cui tutto sembra perduto.

davide schito

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