Un fuoco che brucia lento – Paula Hawkins



Paula Hawkins
Un fuoco che brucia lento
Piemme
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Il nuovo romanzo di Paula Hawkins parte dall’omicidio di un giovane che viene ritrovato assassinato sulla sua barca galleggiante, ancorata a Regent’s Canal a Londra. L’autrice ci fa conoscere subito tre sospettate: Laura, una ragazza con la quale Daniel ha passato l’ultima notte; Miriam, una donna che ha la barca ancorata vicina a quella del morto, e Carla, la zia di Daniel.
Tutte e tre le donne sono state profondamente ferite nella loro vita: Laura ha subito un incidente stradale da ragazzina, mentre rientrava in bici a casa sua; Miriam è stata rapita da uno stupratore e si è salvata fuggendo; Carla ha perso il suo bambino di tre anni.
La bravura dell’autrice è nel farci procedere nelle indagini e, contemporaneamente, raccontarci poco per volta nei dettagli come sono state ferite le tre donne. Le ferite che hanno dentro di loro sono tanto profonde perché, nel caso di Laura e Carla, sono coinvolti dei famigliari. Miriam, invece, si sente una sopravvissuta, ma è una donna a cui nessuno dona uno sguardo, è una donna invisibile. Ha narrato la sua vicenda in un memoir, che ha poi dato da leggere a Theo, che è l’ex-marito di Carla. Theo, che è ancora innamorato di sua moglie, ha approfittato del manoscritto di Miriam per trarne un libro giallo che ha avuto un grandissimo successo. O almeno questo è quanto afferma Miriam.
Ai lettori è dato di scoprire chi dei due abbia ragione, perché i capitoli del romanzo sono inframmezzati dai capitoli de “La fuggitiva”, il romanzo di Theo. Quindi è possibile confrontare quel libro con la vicenda personale di Miriam, che scopriamo poco a poco.
Poi c’è un altro personaggio importante che è Angela, sorella di Carla e madre di Daniel, che da Carla e Theo è ritenuta responsabile della morte del loro bambino.
Insomma un romanzo a più facce, dove l’introspezione psicologica è davvero notevole e i personaggi sono molto ben caratterizzati. La tensione che pervade il libro è davvero unica, e si desidera arrivare alla fine per comprendere veramente non solo chi è l’omicida, ma anche chi ha detto la verità e chi ha mentito raccontando la sua vita. E l’autrice è abile nel farci immedesimare in ogni personaggio, anche quando siamo certi che sia il colpevole.

Raffaella Bianchi

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