Schegge di ricordi, secondo episodio di una riuscita dilogia, si concretizza come un thriller psicologico marcato da un’energia volitiva, che nella perizia e nel vigore della sua scrittura diviene quasi trascinante.
Senza esasperare Monica Lombardi compie un lavoro di cesello che focalizza l’attenzione del lettore sulla psiche dei personaggi, tracciandone i pensieri, le tare, i complessi gorghi emotivi, le debolezze, l’incapacità di sottrarsi a una malsana coscienza morale e la determinazione di “ri-abbrancare” la propria vita reagendo con forza alle esperienze devastanti che hanno segnato l’anima. L’abisso della mente umana diviene la sua tela, sulla quale con pennellate – talvolta decise e altre più delicate – l’autrice ci restituisce una rappresentazione intensa di quali conflitti lacerino le coscienze e quanto siano aberranti i misteri nascosti dentro ogni individuo.
Schegge di ricordi riprende gli avvenimenti narrati nel volume che lo precede e la cui lettura è essenziale per riuscire a seguire non solo le vicende, ma per conoscere l’evoluzione personale dei protagonisti, che tornano tutti a calcare la scena.
Giulia e Livia sono due amiche che hanno condiviso – anche se con sorte diversa – il dramma di essere rapite una sera di novembre. Oggi sono libere, ma la loro è una vita sconvolta: sconvolta dai ricordi, dalle paure, dalle ansie, dall’incapacità di dimenticare e incollare i frantumi in cui sono state ridotte. Il loro è un caso irrisolto: il mostro che ha tenute prigioniere è libero e ha tutte le intenzioni di tornare e arrivare di nuovo a Livia. Livia da cui è ossessionato. Livia di cui vuole tornare a dominare la mente e controllare l’esistenza. Perverso e assuefatto all’ebbrezza che ricava dal tenere in proprio potere la sua vittima, l’uomo non vuole rinunciare all’esaltazione che ricava da queste emozioni. Sulle sue tracce, a distanza di mesi, ripresosi da uno strano incidente di cui non ha ricordi, torna il commissario Claudio Sereni.
Non esiste stasi nei copioni di Monica Lombardi e non ci sono forzature né in termini di trama né sul fronte della caratterizzazione dei personaggi, tutti ottimamente approfonditi e resi nella coerenza delle azioni e del sentire. Ogni elemento contribuisce a rendere l’intreccio sempre dinamico e interessante: l’alternanza dei pov e il succedersi di momenti ad alta tensione, che lasciano il posto a situazioni più familiari e tranquille, conferiscono fluidità e ritmo alla storia. Se, poi, a tutto questo aggiungiamo la solita concessione ai sentimenti, che è suo marchio di fabbrica, la formula risulta più che vincente.
Le figure di Livia e del suo carnefice giganteggiano all’interno delle pagine e mostrano di sé ogni sfumatura: è un viaggio controverso quello in cui l’autrice ci accompagna, carico per ognuno – anche se in modo differente – di crepe e manchevolezze, segnato da vuoti, spaccature, ma teso verso direzioni totalmente dissimili. Esiste un’oscurità che è totale, per cui non è prevista redenzione, ma esiste un buio che sottende una forza vitale e morale alacre e fattiva, capace di lasciar intravedere una luce salvifica, su cui le anime più integre possono fare affidamento nel loro percorso di rinascita. E a esse si aggiungono le figure determinanti dei coprotagonisti e di tutti i personaggi secondari che recitano in maniera impeccabile il loro ruolo, senza sbavature o imperfezioni, e che danno, come non è insolito nelle storie dell’autrice, un sapore corale a tutto l’impianto. Ma, come sempre, primi attori sono i sentimenti che agitano l’animo umano, sono le innumerevoli suggestioni legate alla multiforme varietà delle dinamiche relazionali che intercorrono tra gli individui: ci sono amicizie celebrate, altre ritrovate, ci sono la fiducia e il coraggio del darsi e nel darsi, ci sono i legami d’amore che sanno trovare nuovi equilibri e diventare sempre più solidi, c’è l’amore per se stessi, quel sentimento di resilienza che impedisce di lasciarsi sottrarre la vita e le opportunità che sta tornando a offrire. Monica Lombardi oltre a un thriller psicologico di qualità ci regala altresì un posto in prima fila per osservare un universo, quello femminile, abusato e abiurato, che diventa stimolo per riflettere, ma anche modello di condotta, laddove si sia in grado di reagire e rialzarsi.
Monica Lombardi – Schegge di ricordi
Mariella Barretta