Una tranquilla città di paura



Luigi Guicciardi
Una tranquilla città di paura
Leif
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Torna in libreria Guicciardi con il suo commissario Giovanni Cataldo… Già, il suo commissario, un catanese testardo, individualista, un siciliano trapiantato al nord, che si chiama Giovanni, anche se pare quasi che Guicciardi lo nasconda o faccia di tutto per farci scordare il suo nome. Ma torniamo all’autore e al suo protagonista. Dal giorno della prima comparsa in libreria dell’accoppiata (il tempo vola, era il 1999) per il commissario catanese – trapiantato felicemente a nord e del quale ormai conosciamo molte delle irrinunciabili consuetudini – le cose vanno bene: è nel pieno della maturità professionale, ha una famiglia,è diventato padre, vive la sua vita mentre Modena… «Certo che è cambiata…» dichiara a un informatore. «Un tempo questa era una bella città ora però non lo è più». E infatti una catena di inspiegabili e spaventosi omicidi la sconvolge. Una dopo l’altra, tre persone saranno assassinate in meno di sei giorni. Tutte e tre hanno subito diverse coltellate e su tutte e tre viene ritrovato un ciondolo di nichel con il sole e la luna, appeso a un cordoncino. Le vittime sono: una prostituta slovena, massacrata in un casolare di periferia, un violinista di Trento, appena giunto in città per dare un concerto, colpito con violenza e abbandonato a morire in una strada del centro cittadino e una ricca e piacente vedova sessantenne di buona famiglia, uccisa nella sua bella villa. Un’inchiesta difficile per il commissario Cataldo, al quale per di più qualche problema di salute sta complicando la vita facendolo vivere nel timore di avere chissà quali mali. Un vero rompicapo da risolvere perché, apparentemente non esiste alcun legame tra le tre vittime, ma l’arma del delitto, sempre lo stesso coltello, costringe a ipotizzare un killer, un omicida seriale. Un arduo percorso il suo, pur validamente affiancato dallo storico vice Muliere e dalla squadra, con storie antiche che saltano fuori e si mischiano al presente. Bisogna barcamenarsi e scavare con attenzione in un crogiuolo di passioni, di interessi, di omertà. E purtroppo l’assassino non si fermerà. Ma Cataldo va dritto per la sua strada e, piano piano, con interrogatori, arresti e messa alle corde di mezze cartucce collegate allo spaccio e al furto cittadino, indizi e piccole verità arriva finalmente a intuire l’incredibile e inimmaginabile legame giallo tra queste morti violente. Terrà testa alle pressioni del magistrato, della stampa e dell’opinione pubblica, poi, affiancato dai suoi e dal medico legale, siciliano come lui, dopo aver scartato una falsa pista, riuscirà sbrogliare il caso. Un buon thriller con un bel titolo che non perde mai mordente, ricco di colpi di scena, ben costruito, senza sbavature. Da leggere.

patrizia debicke

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