Veit Heinichen: la plume et le corbeau

Le Monde, in un bel articolo dell’undici marzo, ha posto l’accento sulla vicenda che da oltre un anno  sta sconvolgendo la vita del giallista tedesco Veit Heinichen, triestino d’adozione.
Lo scrittore ha da qualche mese deciso di rendere pubblica, attraverso un articolo vibrante al Piccolo, la manovra persecutoria attuata nei suoi confronti.

Si tratta di un folle che sta spargendo ignobili accuse di pedofilia su Henichen attraverso una sistematica rete di lettere indirizzate a lui, ai giornali e alle personalità della città.
Una persecuzione scientifica con precise cadenze temporali.
Dal 1997 Heinichen  abita a Trieste. La città giuliana rappresenta per lo scrittore molto più che un cambio di residenza, è invece una scelta consapevole e “sentimentale” di un territorio da studiare e da capire nelle sue contraddizioni e nella vocazione interculturale che da sempre l’ha contraddistinto.

Proteo Laurenti è il personaggio seriale creato da Heinichen, uno sbirro sveglio, curioso e infaticabile nello scavare nei vizi e nelle abitudini della città. Un emigrato dal sud, che ama la sua patria d’adozione ma getta uno sguardo lucido e disincantato sul malaffare vecchio e nuovo che in questa terra di frontiera coinvolge più nazioni. 
Il Corvo, come ormai lo appellano in città, o l’ombra, come lo stesso scrittore lo definisce, è una persona colta che segue le vicende umane e letterarie della sua vittima.
Un Serial Writer, che ha dimostrato in più occasioni di avere una competenza maniacale sui contenuti dei libri di Heinichen, best seller in Germania e tradotti in Italia dalla casa editrice E/O con ottimi risultati di vendita.

Le lettere depistano goffamente proponendo diversi scriventi: un padre disperato di un bimbo di sei anni vittima a suo dire delle attenzioni sessuali di Heinichen, o un cittadino zelante che chiede di far luce alle forze dell’ordine su un presunto passato poco limpido in patria dello scrittore.
Accuse tutte ovviamente infondate, ma nonostante l’evidenza dei fatti il venticello della calunnia continua a spirare fortemente.

Nel suo coraggioso intervento, pubblicato in febbraio, Henichen analizza da giallista il suo dramma, e ovviamente si interroga su movente e possibile colpevole senza riuscire per altro a darsi delle risposte certe ma manifestando un’inquietudine profonda per il perdurare della situazione.
Il caso è complesso, e l’autore della persecuzione ha ingaggiato una vera e propria sfida con inquirenti e vittima, se non fosse una tragedia umana potrebbe essere tranquillamente una trama perfetta per un noir mozzafiato.

La vicenda, della quale ormai anche la stampa nazionale si occupa e segue gli sviluppi, ha provocato indignazione nell’ambiente culturale e letterario.

E’ prevista una manifestazione a Trieste, la prossima estate, promossa dallo scrittore Bruno Morchio che riunirà in una serata di solidarietà lettori e scrittori.

Anche Massimo Carlotto, scrittore di punta delle edizioni E/O, ha manifestato il suo sdegno in un intervento sul suo sito, le sue parole fanno il punto della situazione, e pongono ulteriori e pesanti interrogativi: 
“Veit Heinichen è un bravo scrittore e una bella persona. da tempo è vittima di una assurda campagna diffamatoria che ha l’evidente obiettivo di allontanarlo da Trieste. Veit è uno scrittore scomodo. Politicamente scomodo. Nei suoi romanzi racconta il territorio e le sue contraddizioni e nella vita pubblica non ha peli sulla lingua. Quello che gli sta accadendo è atroce e ha bisogno di tutta la nostra solidarietà…è importante riflettere sul suo caso perché se passa la logica della diffamazione “organizzata e studiata a tavolino” ognuno di noi è in pericolo.” 

alessandra anzivino

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