“…I have tried in my way to be free…”, così canta Leonard Cohen in Bird on the wire. Le sue parole fanno da sfondo al nuovo romanzo di Andrea Biscaro, lo aprono e lo chiudono, esprimendo il desiderio di libertà che tanto il protagonista del libro insegue.
Un casa nella campagna toscana, un orto coltivato con cura e passione, un pittore che ha deciso, dopo essersi separato dalla moglie, di abbandonare una brillante carriera e le mostre per affontare una vita più solitaria e semplice ma allo stesso tempo libera e felice.
Improvvisamente, inaspettatamente e, soprattutto, incomprensibilmente l’arrivo di un nuovo vicino di casa, il ricco e potente avvocato Ranieri, e la comparsa di misteriosi dvd sconvolgono in un attimo la vita serena che il protagonista si era ricreato.
Nulla è più ciò che sembra, realtà e finzione si accavallano fino a sovrapporsi in uno scambio continuo.
Un romanzo cupo, dalle tinte forti, perfettamente rappresentato dalle parole dell’autore “…tra il sonno e la veglia, tra l’incubo e il sogno, tra la vita e la morte, tra l’odio e l’amore”.
Biscaro usa uno stile estremamente conciso, caratterizzato da frasi brevi e spezzate. L’effetto, riuscito, è quello di conferire al romanzo un ritmo serrato, che trascina il lettore, lo risucchia quasi nel vortice delle terrificanti vicende che il protagonista si trova a dover affrontare.
Che dire…la storia prende sicuramente e si fatica a sospenderne la lettura, sino al finale, che però suona forse un po’ scontato e, come dire, “meccanico”.
A tratti pare di riecheggiare alcune atmosfere noir del miglior Faletti di “Io uccido” e questo va sicuramente a merito dell’autore.
Personalmente, spiace però per certe descrizioni e termini, un po’ insistiti e truculenti, per cui si rischia a volte di sconfinare gratuitamente nel pulp o nell’hard, che magari piaceranno molto agli amanti del genere, ma nulla aggiungono al merito ed all’interesse della vicenda.
Il vicino
Gian Luca Antonio Lamborizio